Legambiente ha fatto tappa a Milano con la campagna nazionale “Che caldo che fa!”, focalizzata sul fenomeno della povertà climatica. L’iniziativa ha incluso una serie di monitoraggi ambientali condotti nei quartieri di Corvetto e Argonne, che hanno evidenziato criticità marcate nella capacità di risposta delle aree urbane agli effetti del caldo estremo.
Fino a 85°C sulle superfici nei quartieri meno alberati
Nei giorni del 15 e 16 luglio sono state realizzate 49 termografie, con temperature ambientali oscillanti tra i 30°C e i 40°C, ma con superfici stradali che hanno raggiunto picchi di 76,5°C a Corvetto e 85,6°C ad Argonne.
La rilevazione ha evidenziato che le aree dotate di viali alberati registrano una temperatura superficiale fino a 15°C inferiore rispetto ai tratti assolati, sottolineando l’impatto diretto delle infrastrutture verdi nella mitigazione del caldo.
Corvetto e Argonne a confronto: infrastrutture e vulnerabilità
Secondo Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia, l’analisi mette in luce una diseguaglianza climatica tra i due quartieri.
Il quartiere Argonne, situato nella zona est della città, mostra una maggiore dotazione di infrastrutture verdi, blu e grigie, nonché una migliore accessibilità ai servizi e al trasporto pubblico.
Al contrario, Corvetto, nell’area sud-est, presenta una più alta esposizione al sole, una carenza di aree ombreggiate e minori supporti per la mobilità sostenibile.
Questi elementi concorrono a definire una situazione di cooling poverty, ovvero di povertà climatica e disparità di protezione dagli effetti delle ondate di calore.
Legambiente: serve un piano strutturale contro il caldo
Nel corso dell’evento, Legambiente ha organizzato anche un flash mob per attirare l’attenzione sul problema e ha avanzato cinque proposte per rendere le città più fresche e più eque:
- Piani di forestazione urbana diffusa
- Mappatura dei rifugi climatici esistenti
- Rimozione dell’asfalto dove possibile
- Aumento delle infrastrutture verdi nei quartieri periferici
- Pianificazione climatica strutturale e non occasionale
L’associazione sottolinea che la crisi urbanistica di Milano, emersa con forza negli ultimi mesi, richiede una risposta organica e coerente, che non si limiti a interventi locali e discontinui.
Un allarme che coinvolge tutta la città
Le rilevazioni confermano che nessun quartiere di Milano è immune dagli effetti del riscaldamento urbano. A fianco di eventi estremi come le piogge torrenziali, si moltiplicano le ondate di calore e le notti tropicali, che aggravano le condizioni di salute e vivibilità, soprattutto per le fasce più fragili della popolazione.
Legambiente invita l’amministrazione a partire dalle periferie per progettare una trasformazione urbana resiliente, in grado di affrontare le sfide ambientali già in atto.