A Roma presidio davanti al Campidoglio per dire no ai digestori anaerobici di Casal Selce e Cesano

La richiesta dei movimenti in piazza è di un vero piano di economia circolare per la Capitale con la costruzione di piccoli impianti di compostaggio di taglia municipale. Annunciato anche ricorso straordinario al Capo dello Stato contro l’avviso pubblico del Mite e una diffida alle Regione Lazio a dare un assenso rispetto ai progetti di digestori anaerobici per Roma e Fiumicino

Foto di Serghei Topor da Pixabay

Previsto per giovedì 10 marzo dalle ore 14 alle 18 a Roma davanti al Campidoglio, un presidio coordinato dal Movimento Legge Rifiuti zero, le associazioni Aic e Isde-Medici per l’ambiente per opporsi alla realizzazione di digestori anaerobici e discariche di Casal Selce e Cesano che, a detta degli organizzatori, sono state “annunciate senza alcun piano comunale di ubicazione impiantistico che veda la distribuzione su tutti i municipi e i comuni della provincia dei rifiuti urbani prodotti sui rispettivi territori”. L’alternativa proposta dai movimenti è di costruire piccoli impianti di compostaggio di taglia municipale per Roma Capitale e per Fiumicino.

“Da Casal Selce a Cesano, dalla Valle Galeria a Fiumicino, da Rocca Cencia, alla Falcognana, da Magliano Romano a Corcolle, da Albano a Civitavecchia – si legge nel comunicato – tutti insieme per dire no alla speculazione finanziaria in atto per produrre un gas incentivato dallo stato con il triplo dei costi di vendita, senza considerare gli enormi impatti ambientali e sanitari conseguenti. Riteniamo che Roma capitale ed il Comune di Fiumicino, che stanno perseguendo lo stesso obiettivo, vogliano usare il bando incoerente del MITE per usare i fondi per l’economia circolare per impianti di produzione di gas metano che non hanno nulla hanno a che fare con il recupero di materia su cui è basata tutta la normativa europea ed italiana (d. Lgs. 152/2006 art. 183 comma 1 punto u – definizione di riciclaggio e art. 205 bis comma 4 punto b – calcolo obiettivi di riciclaggio). Tali scelte sono in totale contrasto con l’indirizzo europeo e del Programma ambientale ONU del 2020 sul contrasto ai cambiamenti climatici in atto, che chiede il taglio netto del 45% delle emissioni di metano entro il 2030. Ricordiamo che dal 2020 in Italia si possono finanziare con fondi europei come il PNRR, oltre ai progetti di riduzione dei rifiuti, soltanto i processi di trattamento rifiuti basati sul riutilizzo, sulla raccolta differenziata e sul riciclaggio che insieme sono stati definiti nella fase di ‘recupero di materia’. Pertanto sulla base di considerazioni tecnico-scientifiche in primis sui danni prodotti dalle emissioni del gas metano, sia in fase di produzione ma soprattutto in fase di immissione in rete, è stato reso noto che la rete italiana del gas metano ha tuttora perdite fuggitive pari a quasi il 20%dato del 2020 della European Environment Agency”.

Nella comunicazione gli organizzatori hanno annunciato di aver depositato il ricorso straordinario al Capo dello Stato contro l’avviso pubblico del Mite e hanno diffidato la Regione Lazio a dare un assenso rispetto ai progetti di digestori anaerobici per Roma e Fiumicino in contrasto con il Piano regionale dei rifiuti approvato nel 2020, che conferma di privilegiare gli impianti di compostaggio aerobico, di cui si chiede la riduzione della capacità a 20.000 tonnellate annue per metterli a servizio delle reali quantità di rifiuti organici prodotte nel Municipio o Comune di riferimento.               

Secondo i movimenti che scenderanno in piazza, “un enorme problema è causato dallo scarto di produzione dei digestori anaerobici, che a valle dell’estrazione del biogas hanno una enorme massa di un “fango palabile” detto “digestato” che essendo un rifiuto speciale dovrebbe andare in discarica con costi molto elevati. Invece si sceglie di cercare di eliminare i composti ammoniacali presenti attraverso il compostaggio aerobico, che data la pessima natura chimica del digestato non può produrre che un “compost” fuori specifica non utilizzabile in agricoltura. Tale situazione si verifica tuttora negli impianti di digestione anaerobica della SESA di Este e della Bioman di Pordenone in cui AMA tuttora esporta da dieci anni i rifiuti organici. Infatti si sceglie di affittare terreni da privati per spandere sui campi questo “compost fuori specifica”, spesso nemmeno maturato per i 60 giorni previsti dalle normative, con mezzi atti ad un rapido interramento per mascherare i fortissimi odori oltre che la composizione tossica che di fatto avvelena i campi in cui è stato interrato. Dato che è prevista l’opzione per il compostaggio aerobico nel bando del Mite in scadenza, che ha costi pari a circa un terzo rispetto ai digestori anaerobici ed un impatto quasi zero dal punto di vista ambientale, ci chiediamo quale sia la vera motivazione dei sindaci Gualtieri e Montino per puntare una scelta così devastante come due megaimpianti industriali di digestione anaerobica da 100.000 tonnellate annue di cui uno a Casal Selce del Municipio 13, l’altro a Osteria Nuova nel Municipio 15 e l’ultimo a Lingua D’Oca-Maccarese nel Comune di Fiumicino. Abbiamo chiarito con la commissione – concludono – che tali scelte peseranno per i prossimi 15 anni sul destino di Roma e che non possiamo certo condividere la motivazione di urgenza data dalla scadenza dei bandi del PNRR, che del resto prevedono di poter scegliere tra le due tecnologie citate”.