L’industria italiana dell’imballaggio chiude il 2024 con luci e ombre. Secondo i dati raccolti dall’Istituto Italiano Imballaggio, la produzione nazionale ha raggiunto 17,26 milioni di tonnellate, in crescita dell’1,1% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, il fatturato complessivo del comparto si è attestato a 37,96 miliardi di euro, segnando un calo del -1,2%.
Un disallineamento che fotografa un contesto di compressione dei prezzi, spiega l’Istituto in una nota, determinata da due fattori principali: la riduzione dei costi delle materie prime, che ha spinto verso il basso i listini, la crescente pressione competitiva, che ha imposto ribassi a fronte di una domanda comunque solida.
Il packaging si conferma un comparto chiave per il Paese, dice l’Istituto, con un’incidenza del 3,3% sul fatturato manifatturiero e dell’1,7% sul PIL. Gli addetti stimati sono oltre 110.000, con 7.156 aziende operative lungo la filiera. La domanda interna resta trainante, con il food e beverage che assorbono quasi l’80% degli imballaggi prodotti. I settori più dinamici si confermano l’e-commerce, la cosmetica e l’alimentare, che mantengono volumi costanti anche in contesti economici moderati.
Le previsioni dell’Istituto indicano un percorso di crescita moderata ma costante. Per il 2025 si attende un ulteriore aumento della produzione pari al +1%, con un tasso medio annuo previsto dell’1,2% fino al 2028.