Rapporto Nazionale sul Riutilizzo 2021: ‘Usato tiene. 1,6 MLD da preparazione al riutilizzo’

Rapporto Nazionale sul Riutilizzo 2021: il settore dell’usato tiene nonostante i lockdown. 1,6 miliardi di euro potrebbero essere generati ogni anno grazie alla preparazione per il riutilizzo

Il “Rapporto Nazionale sul Riutilizzo” è giunto alla sua settima edizione. Quest’anno l’Osservatorio del Riutilizzo di Occhio del Riciclone Italia lo ha realizzato in collaborazione con Rete ONU, associazione di categoria degli operatori del riutilizzo, e Labelab Srl, società di consulenza specializzata nel ciclo dei rifiuti.

In un arco di osservazione di 4 anni il fatturato dei negozi dell’usato conto terzi mostra una crescita del 17% superando la soglia dei 400 milioni di euro, cifra che raddoppia se si considera il venduto globale. Le piattaforme di annuncistica, ossia l’usato online, nello stesso periodo hanno avuto una crescita di fatturato di circa il 15% che ha portato il fatturato globale del comparto a 230 milioni di euro annui, ai quali però corrispondono alcuni miliardi in termini di transazioni tra privati; ma l’online, spesso visto come il futuro del riutilizzo, deve ancora dimostrare di poter raggiungere una sostenibilità economica.

Il settore dell’ambulantato, che conta decine di migliaia di addetti, rimane stabile su fatturati stimabili in 950 milioni annui.  Molto peculiare invece il caso del settore indumenti usati, dove il radicale incremento delle tonnellate raccolte, cresciute del 22% in 4 anni, corrisponde a una contrazione dei fatturati pari al 13%; i maggiori costi e i minori ricavi rompono inevitabilmente i punti di equilibrio economici rendendo indispensabile, per la sopravvivenza del comparto, l’introduzione di efficaci regimi di Responsabilità Estesa del Produttore che vincolino i produttori a finanziare le filiere del recupero.

L’exploit maggiore, in un prossimo futuro, potrebbe derivare dalla preparazione per il riutilizzo, ossia il recupero dei rifiuti riutilizzabili. L’Osservatorio del Riutilizzo ha stimato che tra questi ultimi, quelli che potrebbero essere immediatamente reimmessi in circolazione senza interventi di riparazione o ricondizionamento, e con un buon prezzo di mercato, ammontano a 600.000 tonnellate annue e hanno un valore finale annuo pari a un miliardo e seicento milioni di euro.

Pietro Luppi, Direttore dell’Osservatorio del Riutilizzo, ha riferito che “il settore del riutilizzo tiene nonostante i lockdown. Nel 2020 sia consumi che investimenti, in una sorta di effetto diga, dopo un congelamento durato alcuni mesi si sono concentrati al momento delle riaperture producendo risultati record. In termini di prospettiva le maggiori opportunità sembrano arrivare dallo sblocco della preparazione per il riutilizzo, ma è necessario chiarire il ruolo dei Centri di Riuso che attualmente sono posizionati a lato dei Centri di Raccolta comunali; questi ultimi infatti sono gli snodi dove vengono intercettate le frazioni preparabili per il riutilizzo ed esiste il rischio di una sovrapposizione tra le due attività”.

“I contenuti del Rapporto” – ha spiegato Mario Sunseri di Labelab – “spaziano dall’aggiornamento apportato dalle recenti modifiche normative nazionali alle questioni operative, gestionali, a quelle di mercato passando per i temi dell’inclusione sociale e della solidarietà. Tantissimi sono i temi di frontiera in uno scenario di espansione del settore ma allo stesso tempo ricco di incognite e rischi: il riutilizzo e la preparazione al riutilizzo, il ruolo dei centri di riuso e degli operatori di settore nel confronto con il mercato, il rompicapo degli indumenti usati, gli scenari futuribili della responsabilità estesa del produttore, i metodi di premialità, la socialità e la solidarietà, gli scenari ai tempi del lockdown”.

Secondo il Presidente di Rete ONU Alessandro Stillo, “il settore del riutilizzo vive un grande e veloce movimento, in cui si moltiplicano esperienze innovative e sperimentali in campi che vanno dall’abitare al trattamento del tessile, dalla raccolta dei libri usati alla solidarietà e che vedono in campo giovani professionisti in tutta Italia. Un settore che ha il potenziale per far avverare il sogno dell’economia circolare, ma che continua a soffrire per l’inadeguatezza o il ritardo degli interventi normativi; attualmente giacciono in Parlamento, inerti, almeno tre proposte di legge ugualmente interessanti e ricomponibili che offrirebbero l’intervento normativo con approccio sistemico di cui il settore ha vitale bisogno per sopravvivere”.

Il Presidente della Commissione Bicamerale Ecomafie, On. Stefano Vignaroli, ha sottolineato che: “preparazione per il riutilizzo e riutilizzo sono motori dell’economia circolare anche se ancora oggi le attività dell’usato non abbiano codici Ateco specifici. Nel 2018 ho presentato, anche con il supporto degli operatori dell’usato rappresentati da Rete ONU, una proposta di legge di riordino del settore, che per lungaggini parlamentari giace ancora in Commissione”. Vignaroli confida che si possa arrivare alla sua approvazione entro la fine della legislatura visto che PD e LEU hanno presentato iniziative analoghe.

Guido Viale, ha rimarcato come riutilizzo e riparazione siano approcci indispensabili anche per soppiantare le forme del lavoro ripetitivo e alienante tipiche dal modello fordista; riscoprire la passione artigiana della manutenzione e ricostruire relazioni sociali sul posto di lavoro ricreando interazioni con il territorio e la comunità.

Per scaricare la VII^ edizione del Rapporto Nazionale sul Riutilizzo 2021

Per rivedere l’evento di presentazione ospitato dal Tavolo del riuso di Torino e Piemonte “Sulle tracce degli scenari futuri”