Recovery Plan, giovedì 8 aprile incontro governo – enti locali

La cordinatrice Donatella Tesei: "Abbiamo questioni da chiarire, a partire dal ruolo delle Regioni: non è stato detto se il loro deve essere di programmazione col governo o di semplici enti attuatori di progetti nazionali declinati a livello locale. Nelle missioni del Recovery Plan ci sono poi le materie che per la Costituzione sono di competenza delle Regioni: un altro punto su cui confrontarci"

Il Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini. MAURIZIO BRAMBATTI/ANSA

Giovedì 8 aprile è in programma l’incontro tra il governo e gli enti locali (regioni, province, comuni) per parlare del Recovery Plan, ovvero il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che a fine aprile dovrà essere presentato a Bruxelles.

Donatella Tesei, Presidente dell’Umbria e coordinatrice per la definizione del Pnrr per la Conferenza delle Regioni, in un’intervista con il Messaggero ha ricordato il caso delle “regioni del Centro Italia” che “scontano contemporaneamente più crisi. Il sacrificio legato al sisma 2016 è ancora presente, ha creato problematiche importanti per la fascia appenninica che come Regioni abbiamo cercato di affrontare con determinazione. Si è vista un’inversione di tendenza sull’accelerazione delle pratiche per la ricostruzione: quando con le ultime ordinanze commissariali siamo andati semplificare le procedure, le pratiche sono state velocizzate e i cantieri sono stati avviati”. 

Un esempio da utilizzare – secondo la Presidente dell’Umbria – anche in chiave Recovery Plan, ”questa è la via: se non procediamo con riforme strutturali che riguardano ad esempio il Codice degli appalti, la semplificazione delle operazioni, rischiamo che queste risorse non possono essere utilizzate appieno. Se dobbiamo seguire le procedure vigenti potremmo non essere in grado di spendere tali risorse entro i tempi che ci sono stati dati, cioè entro il 2026′”.

“I progetti collegati alle 6 missioni individuate dalla Commissione europea – prosegue la Tesei – potrebbero rivelarsi decisivi per le regioni del Centro. Col commissario Legnini abbiamo condiviso anche un’ipotesi di progetti per il Recovery che riguardano le aree terremotate: risorse ulteriori per sostenere lo sviluppo di queste aree per tutto ciò che non è connesso alla ricostruzione. L’Umbria è una di quelle Regioni che da sviluppate è passata in transizione avendo perso negli ultimi anni Pil, occupazione e competitività. Sono stati anni drammatici per l’Umbria dove stiamo gestendo tre crisi: a quella post-2008 mai superata, si sono sovrapposti il terremoto e la pandemia. Per questo ho più volte posto l’attenzione sulla questione Italia centrale ai tavoli regionali e nelle interlocuzioni che abbiamo avuto, non con l’attuale governo”. ”Giovedì – dice ancora la Presidente dell’Umbria – per la prima volta incontreremo il governo Draghi in una seduta della Conferenza Stato-Regioni dedicata al Recovery Plan.

Abbiamo questioni da chiarire, a partire dal ruolo delle Regioni: non è stato detto se il loro deve essere di programmazione col governo o di semplici enti attuatori di progetti nazionali declinati a livello locale. Nelle missioni del Recovery Plan ci sono poi le materie che per la Costituzione sono di competenza delle Regioni: un altro punto su cui confrontarci.

Nelle precedenti audizioni, ho sempre sottolineato che uno degli obiettivi sarà superare il divario territoriale Nord-Sud evidenziando il tema dell’Italia centrale. Se parliamo di grandi temi come le infrastrutture, vediamo che l’Umbria è priva di una linea ferroviaria di alta velocità, un divario che va colmato. Partendo, ad esempio, dal potenziamento della Orte-Falconara ma un altro tema è la digitalizzazione, indispensabile per collegare i piccoli borghi. C’è da colmare anche un divario interno tra aree metropolitane e rurali più disagiate e più lontane.

Tutti dobbiamo avere una visione più ampia – conclude Tesei – per stabilire progetti e sinergie più ampi. Penso, ad esempio, al lavoro che potrebbe essere svolto attraverso le università, i Centri ricerca e le imprese, per fare massa critica in Italia centrale che è stata molto penalizzata. Nella redazione dei nostri progetti Pnrr stiamo lavorando sui grandi temi e le missioni Ue ma anche per sviluppare start up, centri innovativi, il concetto delle filiere in tutti i settori, dall’industria al turismo”.

(Regioni.it)