Regolamento ecodesign: accordo tra Parlamento e Consiglio Ue, si va verso l’ok definitivo

Trovato un accordo provvisorio per l'aggiornamento del cosiddetto Regolamento "ecodesign", norma che punta a migliorare i prodotti durante tutto il loro ciclo di vita per renderli più durevoli e affidabili, più facili da riutilizzare, aggiornare, riparare e riciclare. Tutte caratteristiche che permetterebbero di utilizzare meno risorse, energia e acqua. Una volta completati i lavori a livello tecnico, Parlamento e Consiglio dovranno approvare formalmente l'accordo prima che possa entrare in vigore

Il Parlamento e il Consiglio dell’Unione europea hanno trovato un accordo provvisorio per l’aggiornamento del cosiddetto Regolamento “ecodesign”, norma proposta a marzo 2022 dalla Commissione Ue, che punta a migliorare i prodotti durante tutto il loro ciclo di vita per renderli più durevoli e affidabili, più facili da riutilizzare, aggiornare, riparare e riciclare. Tutte caratteristiche che permetterebbero di utilizzare meno risorse, energia e acqua.

Una volta completati i lavori a livello tecnico, Parlamento e Consiglio dovranno approvare formalmente l’accordo prima che possa entrare in vigore.

Il Regolamento, che fa parte di un pacchetto sull’economia circolare, si applicherebbe a quasi tutti i prodotti sul mercato interno dell’unione europea, ad eccezione di alimenti, mangimi, medicinali e organismi viventi. I negoziatori hanno concordato che si dovrebbe dare priorità ad una serie di gruppi di prodotti che includono ferro, acciaio, alluminio, prodotti tessili (in particolare indumenti e calzature), mobili, pneumatici, detergenti, vernici, lubrificanti e prodotti chimici.

I negoziatori hanno convenuto inoltre che i requisiti di progettazione ecocompatibile dovrebbero affrontare anche le pratiche associate all’obsolescenza prematura, cioè quella che rende un prodotto troppo presto meno performante o non funzionante, a causa ad esempio delle caratteristiche di progettazione, dell’indisponibilità di materiali di consumo e pezzi di ricambio, della mancanza di aggiornamenti software.

La relatrice del provvedimento, l’italiana Alessandra Moretti (S&D, IT), ha dichiarato: “È ora di porre fine al modello del “prendere, produrre, smaltire” che è così dannoso per il nostro pianeta, la nostra salute e la nostra economia. I nuovi prodotti saranno progettati in modo da avvantaggiare tutti, rispettare il nostro pianeta e proteggere l’ambiente. I prodotti sostenibili diventeranno la norma, consentendo ai consumatori di risparmiare energia, riparare e fare scelte ambientali intelligenti quando fanno la spesa. Vietare la distruzione di prodotti tessili e calzature invenduti contribuirà anche a un cambiamento nel modo in cui i produttori di fast fashion producono i loro beni”.

Consumatori più informati e divieti di distruzione dell’invenduto

Un caposaldo del Regolamento in cantiere riguarda i cosiddetti “passaporti dei prodotti” digitali, contenenti informazioni accurate e aggiornate consentiranno ai consumatori di fare scelte di acquisto informate. Secondo il testo concordato, la Commissione gestirà un portale web pubblico che consentirà ai consumatori di cercare e confrontare le informazioni incluse nei passaporti dei prodotti.

Altro punto fermo è quello che concerne le nuove regole per l’invenduto. Gli operatori economici che distruggono beni invenduti dovrebbero comunicare ogni anno le quantità di prodotti che scartano e le relative motivazioni. I negoziatori hanno concordato di vietare espressamente la distruzione degli indumenti, degli accessori di abbigliamento e delle calzature invenduti, due anni dopo l’entrata in vigore della legge (sei anni per le medie imprese). In futuro la Commissione potrebbe aggiungere ulteriori categorie all’elenco dei prodotti invenduti per i quali dovrebbe essere introdotto un divieto di distruzione.