Dal 1° al 4 dicembre l’Università Iuav di Venezia ha ospitato l’assemblea generale di NATALIE, il progetto europeo finanziato da Horizon Europe della Commissione europea che punta ad accelerare l’adozione delle soluzioni basate sulla natura per aumentare la resilienza e la capacità di adattamento al cambiamento climatico nei territori europei. Per quattro giorni l’Ateneo veneziano ha riunito oltre 90 partecipanti, 42 partner e rappresentanti di tredici Paesi europei, impegnati nella revisione e nella programmazione delle prossime attività.
NATALIE ha una durata quinquennale, un budget complessivo di 18 milioni di euro e coinvolge 42 partner provenienti da tredici Paesi europei, con 8 siti dimostrativi e 5 siti di replica identificati per osservare e valutare gli effetti concreti nature-based solutions (NBS) per la resilienza climatica.
Spiega Francesco Musco, coordinatore dell’unità di ricerca e direttore della Ricerca dell’Università Iuav di Venezia: “Si tratta di una sperimentazione di scala europea di grande rilievo, nella quale la nostra università interviene con competenze di analisi climatica e progettazione territoriale volte alla definizione di nuove soluzioni e dispositivi di adattamento al cambiamento climatico con tecniche nature based”.
L’evento è stato organizzato dall’Università Iuav di Venezia insieme a Thetis S.p.A. e al Consorzio di Bonifica Acque Risorgive. Proprio in Veneto, infatti, i tre partner italiani hanno individuato uno degli otto siti dimostrativi del progetto. L’obiettivo principale è sperimentare e monitorare l’efficacia delle soluzioni basate sulla natura applicate alla manutenzione ordinaria e straordinaria della rete idraulica gestita dal Consorzio.
“Uno dei siti del bacino scolante della Laguna dove saranno testati i nuovi interventi di gestione degli alvei con tecniche NBS è lo scolo Pianton, nel territorio del Comune di Mogliano Veneto (TV). Tali sperimentazioni – spiega Vittore Negretto, coordinatore della sperimentazione per l’Università Iuav di Venezia – consentiranno di raccogliere dati scientifici utili per elaborare strategie di lungo periodo e valutare con precisione la replicabilità delle soluzioni in altri contesti della regione con la preziosa collaborazione dei due partner veneti”.
L’utilizzo di interventi NBS lungo scoli e corsi d’acqua permette infatti di combinare sicurezza idraulica e tutela ecologica, favorendo il miglioramento della qualità delle acque, la stabilizzazione delle sponde e la biodiversità. Inoltre, tali soluzioni consentono una riduzione dell’utilizzo di materia tradizionalmente usata per la manutenzione delle sponde, concorrendo a ridurre il consumo di suolo e gli impatti derivanti dai sistemi di trasporto. In definitiva l’approccio si presenta come un’innovazione sostenibile e trasformativa per affrontare gli effetti sempre più evidenti del cambiamento climatico, come eventi meteorologici estremi e periodi di siccità.











