Rete ONU: il recupero dei RAEE è sconosciuto alla metà dei giovani italiani

Alessandro Stillo: "I gestori delle filiere del recupero dei RAEE non utilizzano ancora pienamente le potenzialità di riutilizzo degli apparecchi elettrici ed elettronici che raccolgono e che spesso sono ancora in buono stato o facilmente riparabili”

raee Rete ONU

“Il rapporto sui RAEE recentemente diffuso da Erion ci dice che i giovani non conoscono il mondo dei rifiuti Raee, anche se sono curiosi e chiedono maggiori informazioni. Questo è l’atteggiamento giusto per chi vuole aumentare la sua conoscenza sui temi dell’economia circolare, ma il vero dato è che i gestori delle filiere del recupero dei RAEE non utilizzano ancora pienamente le potenzialità di riutilizzo degli apparecchi elettrici ed elettronici che raccolgono e che spesso sono ancora in buono stato o facilmente riparabili”. Così Alessandro Stillo, presidente di Rete ONU, Rete degli operatori dell’usato.

Qualcosa però si muove in Italia, infatti, ricorda Rete ONU, il 15 aprile 2024 è stato siglato un accordo tra CdC Raee, Consiglio nazionale delle ricerche e Conferenza permanente dei direttori generali degli enti pubblici di ricerca italiani che prevede la facilitazione del ritiro gratuito dei Raee nei punti di prelievo presso le strutture identificate e il successivo conferimento agli impianti accreditati dal CdC Raee ad opera dei sistemi collettivi consorziati. I firmatari si sono impegnati anche in attività di informazione e formazione sulla natura e la pericolosità dei Raee per l’ambiente, ma anche sulle loro potenzialità economiche in termini di sostenibilità.

“Plaudiamo a questo accordo che impegna anche gli enti pubblici a facilitare il corretto conferimento dei rifiuti RAEE” commenta il presidente Rete ONU. “Non vediamo però ancora iniziative per colmare la carenza di preparazione per il riutilizzo che è la migliore opzione di recupero dei RAEE a livello ambientale, occupazionale ed economico e che in Italia è ancora quasi a zero – commenta Stillo – Le uniche possibilità messe in atto riguardano il riciclo industriale, che dovrebbe essere la seconda scelta in subordine al riutilizzo”.

Ad oggi in Italia, secondo quanto dichiarato da ISPRA nel suo report sul riutilizzo inviato di recente alla Commissione Europea, le filiere dell’usato garantiscono il riutilizzo di circa 63mila tonnellate di apparecchi elettrici ed elettronici. “Questo significa che le filiere di sbocco esistono, non c’è quindi motivo per non puntare sulla preparazione per il riutilizzo presso gli impianti di trattamento dei rifiuti” commenta il portavoce di Rete ONU Alessandro Giuliani. Ernesto Bertolino, che è il responsabile del comparto RAEE di Rete ONU, segnala che “la preparazione per il riutilizzo continua ad essere assente dal dibattito istituzionale e dalle politiche dei produttori, nonostante le potenzialità siano molto chiare. La norma non impone ancora obiettivi quantitativi di preparazione per il riutilizzo, ma i consorzi di produttori che gestiscono i rifiuti RAEE hanno la piena libertà di cominciare a investire su questa pratica”.