È una crisi conclamata quella della filiera del riciclo degli imballaggi in plastica, schiacciata da un mercato ormai insostenibile. A seguito della pandemia, il successivo aumento dei costi energetici e la concorrenza sempre più forte di polimeri vergini a basso costo dall’estero, le imprese italiane del riciclo meccanico non trovano risposte dalle istituzioni e alzano bandiera bianca. O quasi.
L’11 novembre Assorimap, l’Associazione nazionale dei riciclatori e rigeneratori di materie plastiche, ha annunciato il blocco degli impianti. Una misura estrema che arriva dopo mesi di allarmi e appelli al governo che non hanno prodotto soluzioni: “Viste le mancate misure urgenti per salvare il comparto – ha detto il presidente Regis – fermiamo gli impianti. Lo facciamo con senso di responsabilità, ma continuare a produrre con perdite insostenibili è ormai impossibile”.
Risalendo la filiera, sono soprattutto gli impianti di selezione a trovarsi in grave difficoltà. Il rallentamento della domanda di rifiuto selezionato sta portando all’accumulo di ingenti quantitativi, che vengono stoccati in attesa di uno sbocco. In alcuni centri di selezione la situazione è prossima a raggiungere i limiti autorizzativi.
In una lettera ai Ministeri dell’Ambiente, delle Imprese e dell’Economia, che Eco dalle Città ha potuto visionare, i consorzi del riciclo degli imballaggi plastici, Corepla, Conip e Coripet, denunciano che anche nei centri di Primo Conferimento, da cui transita circa il 70% della raccolta totale della plastica dei Comuni italiani, la situazione di stallo è prossima al collasso. Gli ultimi dati parlando di un quantitativo di raccolta differenziata “non aggiudicato alla procedura competitiva”, ovvero non avviato ai centri di selezione, pari a 14mila tonnellate mensili. Più del triplo di quanto rimane di solito, circa 4.000 tonnellate al mese, che riguardano situazioni particolari e che comunque trovano sempre una collocazione.
E risalendo ancora la filiera iniziano a verificarsi i primi disservizi nella raccolta urbana. E’ notizia di ieri, martedì 11 novembre, che in tutta la provincia di Agrigento è stata sospesa la raccolta della plastica, mentre oggi sta accadendo la stessa cosa in provincia di Catania. Che la situazione possa interessare presto anche altre aree del paese è solo questione di tempo, visto anche l’imminente periodo natalizio che comporterà ulteriori problematiche logistiche.
Nella lettera ai Ministeri i consorzi auspicano di essere supportati dal governo “in questa fase di evidente emergenza con ogni utile e urgente iniziativa per poter così scongiurarne il blocco con ripercussioni su tutto il servizio pubblico di gestione dei rifiuti”.











