World Clean Up Day: ripulire l’ambiente non basta, bisogna introdurre il Deposito Cauzionale

A dirlo è la campagna "A Buion Rendere", che pur riconoscendo il valore fondamentale dell'impegno civico della raccolta del littering in strade, parchi e spiagge, spiega che per risolvere il problema in modo definitivo l'azione più efficace è l'adozione di un Sistema di Deposito Cauzionale. Nei 17 Paesi dell'UE dove è attivo un DRS l'abbandono dei contenitori per bevande è crollato drasticamente

In occasione del World Cleanup Day del 20 settembre, giornata globale dedicata alla pulizia del pianeta, e ufficialmente riconosciuta nel calendario delle Nazioni Unite, milioni di cittadini in oltre 211 Paesi si mobilitano contro la crisi dei rifiuti. Anche in Italia, in concomitanza con l’annuale appuntamento di “Puliamo il Mondo” di Legambiente (19-21 settembre), migliaia di volontari si impegneranno a liberare strade, parchi e spiagge dai rifiuti. 

Pur riconoscendo il valore fondamentale dell’impegno civico e i benefici per l’ambiente, la campagna “A Buon Rendere” pone una domanda cruciale: ripulire l’ambiente dai contenitori per bevande presenti massicciamente nel littering (i rifiuti dispersi nell’ambiente) è davvero sufficiente? La risposta, supportata dai dati di un’indagine annuale di “Brand Audit”, è chiara: per risolvere il problema in modo definitivo, l’azione più efficace è l’adozione di un Sistema di Deposito Cauzionale (DRS), dice A Buon Rendere. 

Si stima che ogni anno oltre  8 miliardi i contenitori che sfuggono ogni anno al riciclo, un’enorme perdita per un Paese la cui dipendenza dall’importazione di materie prime (48%) è più del doppio della media europea.

Mentre i produttori di bevande hanno spesso attribuito la colpa del littering ai singoli consumatori, i dati parlano chiaro. Nei 17 Paesi dell’UE dove è attivo un sistema cauzionale, l’abbandono dei contenitori per bevande è crollato drasticamente. Questo sistema, che prevede l’aggiunta di un piccolo deposito al prezzo di vendita, interamente rimborsato alla restituzione del vuoto, garantisce tassi di raccolta che superano il 90%, con picchi del 98% come in Germania.   

L’indagine “ABR Radar”: un anno di monitoraggio nel Milanese

A sottolineare l’urgenza di un sistema di deposito anche in Italia, è un’indagine di “Brand Audit” durata un anno, resa possibile dall’incredibile impegno della cittadina volontaria Helena Boers. Tra il 1° maggio 2024 e il 31 maggio 2025, Boers ha raccolto ben 21.617 contenitori per bevande abbandonati nei comuni milanesi tra cui Grezzago, Trezzo sull’Adda e Pozzo d’Adda, salvandoli dall’incenerimento o dalla discarica ed evitando l’emissione di 3,02 tonnellate di CO2.

I risultati offrono uno spaccato inedito del fenomeno del littering e delle sue responsabilità:

I marchi più presenti nel littering: Solo 10 marchi costituiscono il 67% degli 11.686 contenitori riconoscibili. La classifica generale vede ai primi posti Moretti, Red Bull, Coca-Cola e San Benedetto

I gruppi industriali: La responsabilità si concentra in pochi grandi gruppi. Heineken (proprietario di Moretti e Ichnusa) è al primo posto, seguito da Coca-Cola, AB InBev e San Benedetto.

Materiali e settori: La plastica è il materiale più presente (42,2%), seguita da alluminio (28,3%) e vetro (25%). Il settore della birra è il principale responsabile (35%), superando le acque minerali (31%) e le bibite analcoliche (26%). Questa prevalenza di contenitori in vetro monouso e metallo per la birra rappresenta una caratteristica tutta italiana rispetto ai dati internazionali di Brand Audit, dovuta principalmente all’assenza nel nostro Paese dell’opzione del vuoto a rendere con ricarica presente a scaffale.

L’APPELLO CONGIUNTO DI ACQUA SANT’ANNA E CAMPAGNA “A BUON RENDERE” 

In occasione del World Cleanup Day, la Campagna “A Buon Rendere” rinnova il suo appello: l’Italia deve dotarsi subito di un Sistema di Deposito Cauzionale per trasformare un problema in una risorsa, allineandosi ai Paesi europei più virtuosi. “Le evidenze concrete raccolte attraverso i brand audit hanno spinto i produttori di bevande in diversi paesi europei a sostenere i sistemi di deposito cauzionale (DRS). Con l’avvio del sistema in Polonia, a giorni, salgono a 18 i paesi europei che hanno già implementato un deposito cauzionale. Portogallo, Spagna e Regno Unito, sono pronti ad introdurlo entro il 2027” dichiaraEnzo Favoino coordinatore scientificocampagna “A Buon Rendere” “Auspichiamo pertanto una urgente azione congiunta di produttori e decisori politici che affronti concretamente il problema del littering e della decarbonizzazione del settore attraverso l’implementazione di un sistema di deposito cauzionale efficace per promuovere anche in Italia un’economia più circolare e meno dipendente dall’importazione di materie prime” conclude.

L’immobilismo ha un prezzo.La Campagna A Buon Rendere pubblica periodicamente questi risultati di Brand Audit – afferma Silvia Ricci, coordinatrice della campagna – in modo da sollecitare il Governo e i produttori di bevande a prendersi carico del problema del mancato riciclo di 8 miliardi di contenitori ogni anno, e dei suoi impatti negativi per l’ambiente, l’economia del riciclo, i bilanci comunali, e anche per lo Stato, che ogni anno paga all’Unione Europea circa 100 milioni di euro come Plastic Tax per le sole bottiglie per bevande in plastica che non ricicliamo. Aspettare il 2029, come si vorrebbe fare in Italia, comporta non solamente un peggioramento dell’inquinamento ambientale ma anche costi evitabili per tutti i portatori di interesse”.

Mentre alcuni grandi player esitano, l’azienda italiana Sant’Anna sostiene da tempo la necessità di un sistema cauzionale, in perfetta sintonia con la posizione delle associazioni europee del settore UNESDA (bibite analcoliche) e NMWE (acque minerali). “Non c’è più tempo da perdere: il sistema di deposito cauzionale rappresenta una svolta indispensabile per ridurre drasticamente l’abbandono dei contenitori per bevande e garantire un riciclo di qualità – dice Alberto Bertone, Presidente e Amministratore Delegato di Acqua Sant’Anna – L’Italia non può permettersi di restare indietro rispetto agli altri Paesi europei. Per raggiungere gli obiettivi ambientali e rispondere alle aspettative dei consumatori serve un approccio sistemico che coinvolga governo, imprese e cittadini. È fondamentale che i produttori di bevande facciano squadra, come già avvenuto in altre nazioni: solo un impegno comune potrà accelerare l’introduzione del DRS e trasformare una sfida in un’opportunità di sostenibilità per tutti”.

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