Rifiuti di Roma, nuova riunione al Ministero con Comune e Regione e l’emergenza all’orizzonte

Per quanto riguarda la famigerata discarica tuttavia le posizioni rimangono rigide: la Regione Lazio chiede a Roma di individuare il luogo idoneo all'impianto all'interno del territorio comunale, la Capitale risponde di no e parla di "ricatto". Nel frattempo si avvicina il problema concreto del blocco della raccolta in città, perché dal 15 giugnola discarica di Sogliano Ambiente, una di quelle che riceve gli scarti del Tmb di Roma, smetterà di accogliere la spazzatura della Capitale

Nicola Zingaretti in una recente immagine d'archivio. ANSA / CIRO FUSCO

Giovedì 10 giugno si è svolta una nuova riunione presso il Ministero della Transizione ecologica (Mite) per le criticità relative alla gestione del ciclo dei rifiuti del Lazio e di Roma in particolare. Il summit, convocato dal capo dipartimento per la transizione ecologica e gli investimenti verdi, Laura D’Aprile, ha visto confrontarsi i rappresentanti della Regione Lazio, Arpa Lazio, Città metropolitana di Roma, Roma Capitale.

“Una riunione proficua, nel segno della collaborazione tecnica – ha sottolineato Laura D’Aprile –; è necessario procedere con la massima celerità e con una visione chiara della pianificazione basata su impiantistica che massimizzi trattamento, riciclo e valorizzazione degli scarti per traghettare la regione al di fuori della situazione di criticità il prima possibile”.

Come da precedenti richieste, si legge in un comunicato del Mite, “tutte le amministrazioni coinvolte hanno fornito la documentazione richiesta: la cartografia necessaria all’aggiornamento delle aree idonee alla individuazione degli impianti, la ricognizione dei procedimenti di autorizzazione e ampliamento pendenti presso la regione Lazio e la città metropolitana di Roma Capitale, la quale si è impegnata ad aggiornare le mappe relative alle aree idonee per l’ubicazione degli impianti in sette giorni lavorativi”.

Il Ministero, che sta svolgendo un ruolo di mediazione, favorendo il dialogo costruttivo, ha chiesto agli enti “di chiudere i procedimenti autorizzativi di competenza con la massima celerità, ribadendo la necessità che debba essere diminuita la quantità di rifiuti indifferenziati prodotti, per raggiungere i target comunitari”.

Per quanto riguarda la famigerata discarica tuttavia le posizioni rimangono rigide: la Regione Lazio chiede a Roma di individuare il luogo idoneo all’impianto all’interno del territorio comunale, la Capitale risponde di no e parla di “ricatto”. Nel frattempo si avvicina il problema concreto del blocco della raccolta in città, perché dal 15 giugnola discarica di Sogliano Ambiente, una di quelle che riceve gli scarti del Tmb di Roma, smetterà di accogliere la spazzatura della Capitale.

Pertanto, senza nuovi sbocchi di discariche dove mandare a smaltimento gli scarti dei rifiuti trattati nei due Tmb di Malagrotta, da martedì prossimo i due impianti di trattamento della Valle Galeria, come ha spiegato E. Giovi in una lettera inviata a Comune, Regione, Prefettura, Città Metropolitana e Arpa, dovranno ridurre del 40% i rifiuti in ingresso raccolti da Ama.

Ciò vuol dire che, in assenza di alternative, resteranno in strada 500 tonnellate di immondizia ogni giorno. Una exit strategy esiste e l’ha trovata sempre E. Giovi, mettendola nero su bianco nella stessa missiva. La società in amministrazione giudiziaria, dopo che nel 2018 sono state sequestrate le quote all’avvocato Manlio Cerroni, ha individuato 5 destinazioni in 6 regioni italiane per circa 6mila tonnellate e arrivare così fino alla fine del mese. Soluzioni più costose di quelle attuali: 210 euro per ogni tonnellate trasportata e smaltita, contro i 177 di Sogliano, per un extra costo complessivo (rispetto a un ipotetico conferimento nella discarica di Roccasecca, attualmente chiusa) di 668mila euro.

IL CAMPIDOGLIO PENSA A VITERBO O ROCCASECCA MA A RISCHIARE SAREBBE TUTTO IL LAZIO

Cifre che il Campidoglio, secondo quanto apprende l’agenzia Dire, non intenderebbe spendere (l’esborso tecnicamente sarebbe di Ama, in quanto soggetto conferitore presso i Tmb di E. Giovi, che poi però li scaricherebbe di fatto sui bilanci di Roma Capitale). Gli esponenti del Comune di Roma, nel corso dell’incontro, avrebbero replicato con la volontà di incrementare lo smaltimento nella discarica di Viterbo. Qui la tariffa è più vantaggiosa, ma un aumento dei rifiuti in arrivo dalla Capitale produrrebbe l’esaurimento dei volumi disponibili in tempi più rapidi, mandando così in emergenza tutto il Lazio. Infatti, la discarica della Tuscia è uno dei due impianti di smaltimento attualmente attivi nel Lazio, oltre a quello di Civitavecchia dove però gli spazi in cui abbancare i rifiuti sono ridotti al lumicino. Nessuna apertura dall’amministrazione capitolina nemmeno sulla localizzazione della discarica. La Città Metropolitana sta completando l’aggiornamento delle cartografie propedeutico all’individuazione delle aree idonee e non idonee da parte della Capitale, che da parte sua sembra ancora ferma sulla richiesta alla Regione di riapertura della discarica di Roccasecca (in provincia di Frosinone) e utilizzo della discarica di Magliano Romano (attualmente autorizzata solo per gli inerti) anche per i rifiuti urbani.

Dal canto suo il Ministero ha ricordato inoltre che “il Pnrr prevede una specifica linea di investimento per il rafforzamento della raccolta differenziata, anche con la realizzazione di impiantistica di trattamento e di riciclo. Un’occasione importante per gli enti locali”.