Inceneritore Roma, il sindaco di Pomezia: “Minerebbe il grande lavoro sulla differenziata fatto dagli altri Comuni”

Adriano Zuccalà, raggiunto da Eco dalle città, si oppone all’ipotesi del mega impianto nella zona ai confini del suo Comune: "Abbiamo 60mila abitanti e facciamo il 70% di raccolta differenziata con la tariffa più bassa. Se passa il concetto che tutto ciò che avanza si può bruciare, le persone non sono più incentivate a fare la raccolta differenziata, soprattutto porta a porta. Si può fare e si deve fare un lavoro a monte di riduzione dei rifiuti e di sensibilizzazione della cittadinanza”

L’ipotesi di un inceneritore da 600 tonnellate alle porte di Roma inizia ad incontrare le prime nette opposizioni dei comuni confinanti con il territorio su cui dovrebbe sorgere il mega impianto. La zona individuata, secondo indiscrezioni non ancora confermate, dovrebbe essere quella di Santa Palomba, ai confini con il comune di Pomezia, a sud della Capitale.

Un’ipotesi su cui il sindaco del Comune laziale, Adriano Zuccalà, raggiunto da Eco dalle Città, si esprime con netta contrarietà. “Questo impianto è stato dipinto come un sistema ecosostenibile, in grado di rispettare tutti i criteri di convivenza con la cittadinanza come nel caso di quello di quello di Copenaghen dove è possibile addirittura sciare, ma allora perché metterlo ai confini di Roma e non in una zona più centrale?”.

Ma non è solo alla scelta dell’area che il sindaco si oppone: “A Pomezia, come in tanti altri Comuni della zona dei Castelli che subirebbero questo impianto ai confini di Roma, ci stiamo impegnando tantissimo nella raccolta differenziata porta a porta ottenendo risultati straordinari. Il nostro è un Comune di circa 60mila abitanti e abbiamo raggiunto il 70% di raccolta differenziata con la tariffa più bassa di rifiuti per la categoria di abitanti. Si può fare e si deve fare un lavoro a monte di riduzione dei rifiuti e di sensibilizzazione della cittadinanza. La presenza di un inceneritore andrebbe a minare il lavoro di sensibilizzazione che si sta facendo anche negli altri Comuni. Se passa il concetto che tutto ciò che avanza si può bruciare, le persone non sono più incentivate a fare la raccolta differenziata, soprattutto porta a porta, e le amministrazioni comunali meno sensibili non saranno più obbligate a chiudere il ciclo dei rifiuti in maniera diversa”.

Al momento, la possibilità che la zona interessata all’impianto sia quella di Santa Palomba non è ufficiale. “Su questo – continua Zuccalà – non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione. Non ci sono atti che testimoniano la volontà di costruire qui l’impianto, ci sono solo delle posizioni pubbliche secondo cui l’inceneritore sarà la soluzione ai vari problemi. Per noi gli atti che contano sono quelli del Piano regionale dei rifiuti, che non prevede un termovalorizzatore, e l’estensione della raccolta differenziata porta a porta su tutti i comuni come previsto dalla normativa europea”.

Sul tema delle autorizzazioni alla costruzione dell’impianto, alcune indiscrezioni riportano che il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, starebbe muovendosi per ottenere poteri speciali. Una prima ipotesi trapelata su alcune testate giornalistiche è quella di ottenerli in vista del Giubileo nel 2025, altra possibilità è quella di richiederli tramite un intervento del Governo.

Santa Palomba si trova nel IX Municipio di Roma ed è urbanisticamente mista. “In questa macro-area c’è una convivenza tra le aree industriali, aree residenziali e agricole – continua Zuccalà – e sono presenti anche scuole e giardini. Qui si sta intervenendo con progetti di riqualificazione tramite il bando Periferie sulla stazione ferroviaria, i parcheggi, la viabilità e l’area giardini”.