Tagli Ue sulla Politica Agricola Comune, Greenpeace: “Rischio per agricoltura e clima”

La Commissione Ue taglia i fondi della PAC destinati al clima e all'ambiente. Greenpeace: "Così si mette a rischio l'agricoltura stessa e si indebolisce la lotta alla crisi climatica". Riceviamo e condividiamo la nota dell'associazione

PAC UE, tagli ai fondi per ambiente e clima: critiche da Greenpeace

Greenpeace Italia esprime profonda preoccupazione per la proposta di riforma della Politica Agricola Comune (PAC) pubblicata il 17 luglio dalla Commissione europea dopo essere stata annunciata ieri. Il nuovo regolamento non prevede alcun finanziamento vincolante destinato alle misure ambientali e climatiche, indispensabili per mitigare l’impatto devastante del settore agricolo e per preservare le fondamenta della nostra produzione alimentare.

Attualmente, la PAC destina circa un terzo dei suoi fondi a iniziative ambientali e di lotta al cambiamento climatico, mentre la nuova proposta abbandona ogni forma di garanzia su tali investimenti, affidando agli Stati membri la piena discrezionalità nell’allocazione delle risorse. In sostanza, potrebbero essere azzerati i contributi destinati all’agricoltura verde, compromettendo la tutela del nostro territorio, della biodiversità e la lotta contro lo spopolamento delle campagne. 

«Affidare agli Stati membri il potere di decidere quanto investire nelle misure verdi e chi beneficia degli aiuti è estremamente preoccupante e mette a rischio l’obiettivo stesso della PAC», dichiara Marco Contiero, direttore della Politica agricola di Greenpeace Europa. «La discrezionalità mette a rischio non solo il finanziamento di azioni concrete contro l’impatto ambientale insostenibile dell’agricoltura industriale, ma rischia di favorire il perpetuarsi di una distribuzione scandalosamente diseguale dei sussidi, premiando le aziende più ricche e inquinanti. Senza regole chiare, controlli severi e una supervisione rigorosa, l’Unione Europea rischia di accelerare sia la chiusura delle piccole aziende agricole, sia il deterioramento degli ecosistemi a cui tutti teniamo». 

Per l’organizzazione ambientalista, ci sono però alcuni elementi positivi nella proposta. La Commissione prevede misure significative per modificare l’attuale sistema di sussidi, basato principalmente sull’estensione di superficie coltivata, che fa sì che la maggior parte dei fondi agricoli dell’UE vada a ricchi proprietari terrieri e aziende agricole industriali. Il nuovo piano fisserebbe un limite massimo all’importo dei fondi pubblici che ogni azienda agricola può ricevere, i pagamenti basati sugli ettari coltivati diminuirebbero con l’aumentare delle dimensioni delle aziende agricole e i fondi dovrebbero essere destinati in modo più mirato agli agricoltori bisognosi. Greenpeace avverte che dare ai governi nazionali ampia discrezionalità nel decidere quali aziende agricole hanno bisogno di un sostegno supplementare rischia di compromettere questo approccio progressista volto ad affrontare le enormi ingiustizie nell’agricoltura europea.

Ciò è particolarmente importante per un Paese come l’Italia, con un tessuto agricolo frammentato e molte famiglie di agricoltori in difficoltà economica. Inoltre, la Commissione intende introdurre limiti di densità di animali allevati nelle aree vulnerabili all’inquinamento da azoto, insieme a incentivi per estensivizzare la produzione zootecnica e per sostenere la transizione verso sistemi più sostenibili. Si tratta di primi necessari passi verso una zootecnia a basso impatto. 

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