Sono circa 10 mila i torinesi che non hanno ricevuto i bollettini per il pagamento della Tari, la tassa sui rifiuti. Il problema riguarda in particolare i cittadini che, nell’ultimo anno, hanno effettuato un cambio di residenza con relativa domanda di voltura.
Il disservizio è stato causato da un malfunzionamento del software utilizzato dagli uffici anagrafici comunali, che ha bloccato l’invio automatico dei dati alla Soris, la società incaricata della riscossione.
Il Comune: “Attivata una task force”
A chiarire la situazione è stata l’assessora al Bilancio Gabriella Nardelli, intervenuta in Consiglio comunale in risposta a un’interpellanza del consigliere Giuseppe Catizone.
“Abbiamo provveduto a creare una task force per la definizione delle variazioni anagrafiche”, ha spiegato Nardelli, aggiungendo che i tecnici informatici e gli operatori comunali stanno lavorando a un piano di intervento tecnologico per risolvere le criticità nel più breve tempo possibile.
“Nessuna sovrattassa per i cittadini”
L’amministrazione ha assicurato che non verranno applicate penali o interessi ai contribuenti che effettueranno il pagamento in ritardo a causa del disguido.
“Chi ha versato somme in eccesso – ha precisato l’assessora – sarà rimborsato. Non ci saranno sovrattasse per chi paga oltre la scadenza per cause non imputabili ai cittadini”.
Verso una maggiore efficienza nei controlli
La task force istituita dal Comune avrà anche il compito di migliorare l’incrocio delle banche dati, così da individuare più rapidamente le morosità e facilitare la regolarizzazione dei pagamenti.
Attualmente, circa il 15% dei torinesi risulta in ritardo con il versamento della Tari, percentuale che sale al 20% nel settore commerciale.
Per i grandi evasori sono previste azioni di sollecito e la possibilità di stipulare piani di rientro. In caso di inadempienza, l’amministrazione ha annunciato che potrà arrivare anche la revoca delle licenze.