Transizione energetica e rinnovabili, Guterres: “Manca ancora una forte volontà politica”

Energia pulita al centro dell’agenda globale: la transizione energetica è ormai una necessità strategica, oltre che ambientale. António Guterres lancia un appello per accelerare il cambiamento, investire nelle rinnovabili e colmare i divari globali. Il futuro dell’energia è verde, equo e sostenibile. Sei le aree chiave per agire subito

“Siamo all’alba di una nuova era. I combustibili fossili stanno perdendo centralità. È il momento dell’energia pulita”. Esordisce così il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, nel suo discorso in occasione della presentazione di un nuovo rapporto congiunto sul futuro dell’energia globale.

Supportato da diverse agenzie internazionali — tra cui IEA, FMI, IRENA, OCSE e Banca Mondiale — il report si è spostato su una narrazione meno centrata sull’emergenza e più orientata all’opportunità: la transizione energetica non è solo una necessità ambientale, ma anche una leva economica, sociale e geopolitica. Guterres ha sottolineato ancora una volta come nel 2023 gli investimenti nelle rinnovabili abbiano superato quelli nei combustibili fossili di oltre 800 miliardi di dollari.

Ma il trend parte da lomtano. Negli ultimi dieci anni gli investimenti in energia pulita sono cresciuti del 70%, e il costo di produzione di elettricità da fonti rinnovabili è crollato: il solare è oggi più economico del 41% rispetto ai combustibili fossili, l’eolico offshore del 53%. In più del 90% dei nuovi progetti a livello globale, le fonti rinnovabili risultano economicamente più vantaggiose.

Oltre l’ambiente: sicurezza, occupazione, sovranità

La transizione energetica, afferma il segretario, non è solo un pilastro per ridurre le emissioni, ma anche una garanzia per la sicurezza energetica e una nuova opportunità industriale.

L’energia pulita oggi impiega già circa 35 milioni di persone nel mondo. Solo nel 2023, il settore ha contribuito al 10% della crescita del PIL globale. Nell’Unione Europea, questa cifra sale al 33%.

Persino il Texas, storicamente legato al petrolio, è oggi uno degli stati USA con il più alto tasso di produzione da fonti rinnovabili. Un dato che evidenzia come, al di là delle divisioni ideologiche, la logica di mercato stia premiando le scelte più sostenibili.

“Non ci sono picchi di prezzo per il sole, né embargo sul vento”, ha osservato il segretario, sottolineando come le energie rinnovabili rafforzino la sovranità energetica dei singoli stati, rendendoli meno vulnerabili agli shock geopolitici..

Ma la transizione resta diseguale

Nonostante i progressi, il processo resta squilibrato: l’80% della capacità installata si concentra in Cina e nei paesi OCSE, mentre l’Africa rappresenta solo l’1,5%.

Il continente africano — che ospita il 60% delle migliori risorse solari — ha ricevuto appena il 2% degli investimenti globali in energia pulita nel 2023. Una “ingiustizia climatica” che, secondo il Segretario Generale, deve essere corretta con urgenza attraverso politiche di sostegno, strumenti finanziari equi e cooperazione multilaterale.

Sei aree di intervento per accelerare il cambiamento

Nel suo intervento, il Segretario ha individuato sei aree chiave per rendere la transizione energetica più rapida, equa e inclusiva:

  1. Piani nazionali climatici ambiziosi (NDC): in vista della COP30, tutti i Paesi — in particolare quelli del G20 — sono chiamati a presentare nuovi piani allineati con l’obiettivo di contenere l’aumento della temperatura entro 1,5°C.
  2. Infrastrutture energetiche moderne: oggi, per ogni dollaro investito in rinnovabili, solo 60 centesimi vanno in reti e stoccaggio. Il divario va colmato.
  3. Risposta alla crescente domanda di energia: settori emergenti come l’intelligenza artificiale aumentano il fabbisogno energetico. Serve garantire che la nuova domanda sia coperta da fonti pulite.
  4. Giusta transizione: è essenziale garantire equità sociale, supportando lavoratori, comunità e Paesi vulnerabili.
  5. Commercio e investimenti: occorre riformare le regole del commercio internazionale, favorire l’accesso a tecnologie e abbattere le barriere tariffarie.
  6. Finanza verde: serve una riforma del sistema finanziario globale che favorisca i Paesi in via di sviluppo e ne riduca i costi di accesso al capitale.

“Non è troppo tardi. Ma serve volontà politica”

“Abbiamo la scienza e l’economia dalla nostra parte. Ciò che manca, in troppi casi, è la volontà politica”, ha detto Guterres. Ha poi ribadito che il cambiamento climatico è una crisi che amplifica tutte le altre: insicurezza alimentare, migrazioni, instabilità politica. “Non possiamo permetterci di ignorarlo in favore di emergenze che appaiono più immediate. Il cambiamento climatico è una crisi esistenziale.

Infine, ha voluto rivolgersi direttamente alle nuove generazioni:

“La mia generazione è arrivata troppo tardi. Ma oggi ci sono strumenti e tecnologie per cambiare rotta. Il futuro non è scritto. E può essere migliore”.

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