Trasporti gratis a Torino per studenti universitari under 26. Perchè?

Ancora incerti alcuni aspetti della iniziativa "trasporti gratis a Torino per gli studenti universitari under 26". Ci sono comunque già un po' di elementi sufficienti per ragionare sulla cosa, sia dal punto di vista sociale che economico che ambientale. Tutte belle parole "trasporti pubblici", "gratis", "studenti", "under 26". Ma a quali necessità o scopi risponde lo stanziamento (si tratta di denaro pubblico) e in che misura li soddisfa?

Ancora incerti alcuni aspetti della iniziativa “trasporti gratis a Torino per gli studenti universitari under 26”. Ci sono comunque già un po’ di elementi sufficienti per ragionare sulla cosa, sia dal punto di vista sociale che economico che ambientale. Purtroppo non si sa dove come e con chi discuterne in modo approfondito e il rischio è che ci si limiti al titolo e a un commento emotivo. Tutte belle parole “trasporti pubblici”, “gratis”, “studenti”, “under 26”. Ma a quali necessità o scopi risponde lo stanziamento (si tratta di denaro pubblico) e in che misura li soddisfa?

Intanto, data la limitatezza delle risorse in generale, non si tratta, come qualcuno aveva forse sognato, di una gratuità generalizzata per tutti gli studenti o i giovani piemontesi. Si tratta della gratuità per la sola città di Torino (o per tutta l’ area metropolitana, come negli attuali vigenti abbonamenti under 26?) per i soli iscritti alle università di Torino, per i soli under 26 in regola con gli esami (andrà precisato se anche gli over 26 in regola o gli under 26 fuori corso oppure solo 26 in regola). Secondo un passaggio di un articolo de La Stampa, ma forse è un errore, la gratuità potrebbe essere solo per tram e autobus non per la metro.

Risponde questo provvedimento alla esigenza di diminuire l’uso dell’ automobile da parte degli studenti universitari? Si tratta in realtà di un uso già molto ridotto. Secondo i questionari gestiti dai mobility manager gli spostamenti da casa all’università degli studenti del Politecnico sono attorno al 5% e a Unito tra l’ 8 e il 9%. Significa che oltre il 90 % degli spostamenti verso l’Università da parte degli studenti avvengono con i mezzi pubblici o a piedi e in bicicletta.

Si può dire che gli studenti universitari siano la categoria che usa meno l’automobile nella vita cittadina. (Meno di loro ci sono solo gli ospiti dei centri di accoglienza dei richiedenti asilo. Ovviamente ci sono categorie di persone che non guidano, bambini e anzianissimi e malati , ma per loro l’ auto viene usata eccome). Se lo scopo della gratuità che la Regione vuole introdurre e finanziare, con l’aiuto delle Fondazioni, è quello di ridurre ulteriormente l’uso dell’auto da parte degli studenti non è detto che lo si raggiunga, perché il motivo per cui qualche studente usa l’auto non è economico. La gratuità potrebbe essere un fattore psicologico motivazionale, più che altro.

Si parla di un costo, o viceversa di un investimento nell’operazione di circa 12 milioni l’anno. Verrebbero dati a GTT, l’azienda dei trasporti, per consentire la gratuità. GTT ci perde? Credo che gli stessi amministratori dell’azienda stiano valutando i costi certi e i benefici assai eventuali, in un contesto in cui si fa fatica a mantenere efficiente il servizio e a pareggiare il bilancio.

Gli abbonamenti annuali under 26 attualmente sono in vendita a un prezzo pieno di 258 euro, e con gli sconti isee 158, 178, 208.   In totale sono stati circa 55 mila nel 2023, più circa 13 mila mensili ripetuti.  Calcolati approssimativamente potrebbero essere sui 13 milioni di incasso almeno. Mentre scrivo non so ancora quanti sono da attribuire a universitari e quanti ad altri ragazzi. Di conseguenza si può valutare il mancato incasso per GTT se gli universitari non pagano più nulla. O se rimangono a pagare solo quelli con Isee superiore a 50 mila euro. Provvisoriamente ipotizziamo 7 milioni (se Gtt ci manda dati più precisi li aggiorniamo).

Potrebbe anche darsi quindi che GTT ci “guadagni” un po’ – nel senso che riceve più de mancato incasso – ma potrebbe trovarsi ad affrontare un (credo piccolo ma significativo) aumento di passeggeri su linee già sovraffollate. E allora tanto varrebbe concentrare i finanziamenti sul potenziamento delle linee e magari anche della mobilità ciclistica, che in una città moderna dovrebbe essere prevalente tra i ragazzi, tanto più se studiano. Cosa si potrebbe fare di utile con 12 milioni all’anno? Un po’ di cose.

Se vediamo la questione sotto il profilo di diritto allo studio, di diminuzione del costo economico delle spese necessarie per andare a scuola, anche in quell’ottica ci sarebbero altre priorità. Forse (ragionamento un po’ localistico, ma si fa) dovrebbero essere privilegiati i residenti. Sicuramente dovrebbero in primo luogo essere aiutati quelli che non hanno letteralmente i soldi per il trasporto pubblico e ne hanno un bisogno assoluto per andare a scuola. Mi riferisco ai richiedenti asilo arrivati da poco che devono frequentare corsi di italiano e scuola dell’ obbligo e in giro per il Piemonte devono spesso affrontare spostamenti lunghi con autobus i cui biglietti e abbonamenti costano ben più di GTT a Torino. Se ci sono 12 milioni da investire sul diritto allo studio, forse la gratuità dell’abbonamento annuale a Torino per gli studenti under 26, che già per i redditi bassi costa solo 13 euro al mese (calcolo annuale diviso 12) non è tra le priorità.

(si ringrazia per la collaborazione Jacopo Geromin)

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