In attesa che sul tema dei “trasporti gratis a Torino per gli studenti universitari under 26” emerga qualcosa di più concreto, abbiamo chiesto alla presidente di Legambiente Piemonte e Valle D’Aosta, Alice De Marco, cosa pensa della possibile misura. Lo scorso febbraio nel capoluogo piemontese si era svolta la sesta tappa della campagna itinerante dell’associazione ambientalista “Città2030, come cambia la mobilità”, per promuovere soluzioni di mobilità sostenibile e migliorare la qualità della vita urbana, in cui la possibilità degli abbonamenti gratuiti era già emersa.
Presidente De Marco, la misura è ancora incerta e un po’ confusa, voi tuttavia come ambientalisti tuttavia cosa ne pensate?
La Regione Piemonte, insieme con la città di Torino, presenta l’iniziativa sta mettendo in campo nell’ottica di piano della qualità dell’aria, quindi soprattutto per migliorare le condizioni del contesto urbano, dove le concentrazioni degli inquinanti sono sempre peggiori. Però, come avete sottolineato voi, anche secondo i dati del nostro osservatorio gli studenti under 26 sono quelli che utilizzano l’auto molto meno rispetto ad altri target, che sono quelli che vanno ad incidere veramente sul traffico privato. Mi riferisco ai pendolari lavoratori. Gli studenti molto spesso vivono molto vicino ai poli universitari e quei brevi tragitti li fanno con i mezzi pubblici o in bici.
Questa possibile misura potrebbe rientrare in un percorso di sensibilizzazione e diffusione della mobilità sostenibile, ma comunque mancano vere e proprie misure strutturali, come emerso già nel nostro ultimo forum mobilità dalla tavola rotonda con Regione e Città. Con quella stessa cifra stanziata per gli abbonamenti gratuiti si potrebbero fare ad esempio interventi sull’efficienza della rete, soprattutto dei bus. Bisognerebbe poi dedicarsi alla fine dei lavori della metro 1 e all’avvio dei lavori della metro 2. Questi sono gli interventi che andrebbero concretamente ad incidere anche su categorie di cittadini che usano l’auto privata molto più spesso rispetto agli studenti universitari under 26.
Dal vostro osservatorio emerge che i giovani non sono più interessati ad avere la patente subito, vero?
Sì esattamente. Perché se ci sono modalità di mobilità alternativa loro preferiscono quella, sia per una questione di sensibilizzazione rispetto ai temi ambientali, sia per una questione economica, che per ragioni di comfort e comodità. Avere l’auto vuol dire avere, soprattutto per arrivare in centro a Torino, problemi con il parcheggio, affrontare il traffico, vuol dire prevedere più tempo per tutti gli spostamenti.
Per cui sarebbe una misura inutile?
No, la accogliamo con attenzione ma non è così che andiamo a ridurre le concentrazioni di inquinanti in atmosfera, possiamo dirlo molto apertamente. Auspichiamo che che sia la Regione Piemonte che la Città di Torino, stiano nel frattempo lavorando in maniera concreta e veloce anche su tutto il resto delle partite a cui accennavo prima e anche su un ultimo punto, molto importante, che riguarda tutto il servizio ferroviario metropolitano di superficie e le linee di trasporto su ferro che arrivano o escono da Torino. Soprattutto quelle linee sospese che di fatto hanno tagliato fuori molte persone, molti cittadini che non sono assolutamente studenti under 26. Ripristinare questi servizi avrebbe un impatto molto più significativo sulla qualità dell’aria che non regalare l’abbonamento ai bus per chi in larga parte lo utilizza già.
Tuttavia una volta che la misura della gratuità dei mezzi dovesse entrare in vigore, ad un anno di distanza sarebbe doveroso vedere i risultati ottenuti, anche a livello di monitoraggio della qualità dell’aria. Cosa che restituisce un po’ la fotografia della messa in campo di una misura del genere. Staremo a vedere, però nel frattempo a Regione e Città chiediamo che le misure realmente strutturali sul tema della mobilità siano altre.