Umbria, ricorso al Tar contro il Piano rifiuti regionale

Lo hanno presentato Europa Verde e il Partito animalista, sostenendo che il piano contenga diverse criticità gravi, tra cui alcuni principi di incostituzionalità. Gianfranco Mascia, co-portavoce di Europa Verde Umbria: "Il piano rifiuti non rispetta le normative europee sulla riduzione dei rifiuti. Secondo è anticostituzionale perché supera le province e invece le province dovrebbero decidere. Infine, ci chiediamo: ma dove lo vogliamo fare questo inceneritore? Perché non chiamateli termovalorizzatori, si tratta di veri e propri inceneritori. Non c’è posto. Non c’è più posto"

Un ricorso al TAR contro il Piano rifiuti della Regione Umbria. Lo hanno presentato Europa Verde e il Partito animalista, sostenendo che il piano contenga diverse criticità gravi, tra cui alcuni principi di incostituzionalità.

“Come Europa Verde, insieme al Partito animalista, in rappresentanza dei cittadini di tutto il territorio regionale rispetto al problema del piano rifiuti, abbiamo presentato un ricorso al TAR perché ci sono diversi aspetti che non vanno bene – ha detto nella conferenza stampa per l’annuncio del ricorso Gianfranco Mascia, co-portavoce di Europa Verde Umbria – Il primo è che il piano rifiuti non rispetta le normative europee sulla riduzione dei rifiuti. Il secondo è che è anticostituzionale perché supera le province e invece le province dovrebbero decidere. Infine, ci chiediamo: ma dove lo vogliamo fare questo inceneritore? Perché non chiamateli termovalorizzatori, si tratta di veri e propri inceneritori. Non c’è posto. Non c’è più posto”.

“Questa, anziché l’Umbria ‘cuore verde d’Italia’, – ha aggiunto Mascia – sta diventando la discarica dell’Italia perché se facciamo un ulteriore inceneritore raccoglieremo i rifiuti di tutta la Penisola. Altra questione che abbiamo evidenziato nel nostro ricorso è che il piano rifiuti approvato non rispetta la nuova VAS Regione Umbria e quindi è in violazione delle normative europee, in quanto elaborato con la VAS precedente. Se blocchiamo la procedura, altre multe pesanti per infrazione alle Direttive europee arriverebbero sicuramente da pagare con i soldi dei cittadini”.