Unione Europea, con le prossime norme sulla CO2 dal 2035 potrebbero essere venduti solo veicoli elettrici

Pascal Canfin, Presidente della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare del Parlamento europeo, ha affermato: “Lo standard sulla CO2 sarà così severo che, allo stato attuale della tecnologia dei motori benzina e diesel, i propulsori termici non saranno più in grado di soddisfare il nuovi limiti”

auto elettrica con ricarica

Nel corso di un’audizione alla commissione francese dell’Assemblea Nazionale per lo sviluppo sostenibile Pascal Canfin (Presidente della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare del Parlamento europeo) ha affermato che la prossima revisione degli standard sulle emissioni dei veicoli leggeri da parte del Parlamento europeo, prevista per giugno 2021, potrebbe rendere impossibile la commercializzazione di veicoli termici dal 2035.

“Nei prossimi 18 mesi, una cinquantina di leggi saranno riviste a livello europeo per dare sostanza legislativa al Green Deal – ha ricordato Canfin – e uno di questi testi è quello relativo alla Legge sul clima, che fisserà l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 almeno del – 55% nel 2030”. Altro importante pacchetto sarà quello in arrivo nel prossimo giugno 2021 “con 12 direttive relative al mercato del carbonio e alla nuova CO2, obiettivi che saranno applicati ai settori dell’auto, dell’agricoltura, della produzione di energia, delle abitazioni”.

Nell’ambito di questa revisione degli standard di CO2 per i veicoli leggeri – ha annunciato Pascal Canfin – “ci sarà una profonda trasformazione del mercato automobilistico”. La proposta della Commissione potrebbe infatti prevedere che entro il 2035 non sia più possibile commercializzare veicoli diversi da quelli elettrici. “Lo standard sulla CO2 sarà così severo che, allo stato attuale della tecnologia dei motori benzina e diesel, i propulsori termici non saranno più in grado di soddisfare il nuovi limiti“, ha spiegato Pascal Canfin.

Alla domanda sull’impatto in termini di CO2 dei veicoli elettrici Canfin ha spiegato che “tutte le analisi, comprese quelle delle Ong, dimostrano che anche con una batteria non riciclabile e ricariche che non rientrano nell’economia circolare, il veicolo elettrico rimane migliore dal punto di vista ambientale”. Canfin ha però precisato che “affinché le prestazioni ambientali (delle auto elettriche) siano veramente ottimizzate e non ci siano effetti collaterali negativi in termini di estrazione mineraria e materie prime, è ovviamente necessario orientarsi verso un’economia circolare dei materiali – soprattutto terre rare – utilizzati per la fabbricazione. di batterie”.

Per questo, l’Unione europea sta intraprendendo due azioni. “Da un lato – spiega Canfin – l’alleanza europea per le batterie lanciata nel 2017 consentirà il dispiegamento della produzione in Europa di batterie che sono ora in gran parte importate dall’Asia. Abbiamo adeguato le regole della concorrenza per consentire una cooperazione molto forte da parte dei protagonisti europei su questo tema assolutamente strategico della batteria. La direttiva sulle batterie dovrebbe fissare standard di accesso al mercato per batterie che sono molto più rispettose dell’ambiente. Questa direttiva sarà negoziata nel 2021 per l’attuazione probabilmente nel 2022-2023, il che migliorerà in modo significativo gli obblighi ambientali”.

L’altro ambito citato è quello del mercato delle compensazioni di CO2, i cosiddetti certificati verdi, che “potrebbe essere applicato al settore dei trasporti su strada”. Un bivio quello dei certificati verdi applicato al settore dei trasporti su strada che se da un lato, in maniera puramente computazionale, andrebbe a raggiungere artificiosamente gli obiettivi di riduzione fissati dall’Ue, dall’altro non risolverebbe il problema dell’inquinamento in ambito urbano dove la fonte primaria sono i trasporti e potenzialmente rallenterebbe gli investimenti delle case automobilistiche per la realizzazione di nuovi modelli sempre meno inquinanti. Senza dimenticare, come ha sottolineato Julia Poliscanova della Ong ecologista europea Transport & Enviroment, che “gli incentivi nazionali hanno aiutato le vendite a riprendere slancio di fronte alla pandemia, ma non avremmo avuto molte auto elettriche da acquistare se le case automobilistiche non si fossero affrettate a produrle per evitare pesanti multe rispetto ai”, come dimostra il rapporto della stessa Ong sul mercato automobilistico nel 2020 e le relative raccomandazioni alla Commissione europea presieduta da Pascal Canfin.

Fonte: Ansa