Apre Velo-City 2025: a Danzica istituzioni, università e professionisti della mobilità ciclistica 

Attesi 1600 partecipanti in arrivo da 60 Paesi, in rappresentanza di governi, istituzioni, università, produttori di forniture per la ciclabilità, mondo della ricerca, società di servizi e di assistenza, associazioni di utenti. Tante le facce note, specie per chi ha all'attivo decine di Velo-City, che è bello rivedere di anno in anno, ma  tanti anche quelli alla loro prima apparizione. Diversi, inoltre, anche gli under 30, tra speaker, visitatori ed espositori, segno che la  mobilità ciclistica tira dove evidentemente esiste un clima, non meteorologicamente parlando, a favore della bici. Ovvio che l'Italia è in grande affanno rispetto al resto d'Europa, ma non  è una novità

Si è aperta lunedì 10 giugno a Danzica in Polonia l’edizione 2025 della conferenza internazionale Velo-City, nata 45 anni fa a Brema, per iniziativa di European Cyclists’ Federation (ECF). La manifestazione dedicata alla mobilità ciclistica si celebra quest’anno nel centro congressi AMBEREXPO della città polacca, a 4 km circa dal centro, raggiungibile in tram, bus, bici e monopattino. Velo-City terminerà venerdì 13 giugno

Attesi 1600 partecipanti in arrivo da 60 Paesi, in rappresentanza di governi, istituzioni, università, produttori di forniture per la ciclabilità, mondo della ricerca, società di servizi e di assistenza, associazioni di utenti. Tante le facce note, specie per chi ha all’attivo decine di Velo-City, che è bello rivedere di anno in anno, ma  tanti anche quelli alla loro prima apparizione. Diversi, inoltre, anche gli under 30, tra speaker, visitatori ed espositori, segno che la  mobilità ciclistica tira dove evidentemente esiste un clima, non meteorologicamente parlando, a favore della bici. Ovvio che l‘Italia è in grande affanno rispetto al resto d’Europa, ma non  è una novità.

Un indicatore in tal senso è anche dato dal workshop in cui è stato presentato il 2° Rapporto europeo sul trasporto integrato bici e treno, elaborato da ECF sulla base dei dati riguardanti la presenza di posteggi liberi e custoditi nelle  stazioni ferroviarie di tutti i paesi europei, la presenza di postazioni di bike sharing e la possibilità di trasporto bici a bordo di tutti i treni (regionali, nazionali, internazionali e notturni). L’Italia si è classificata male. Al primo posto le Ferrovie di Svizzera e Belgio.

Ma la conferenza Velo-City è stata anticipata, come tradizione, dall’incontro annuale della rete Cities and Regions for Cyclists, il network messo in piedi sempre da ECF, per tenere insieme e far incontrare le istituzioni locali e regionali impegnate nelle politiche di mobilità ciclistica. E così il 9 giugno sono arrivati da mezza Europa i rappresentanti, sia politici che tecnici, della rete di Città e Regioni per la mobilità ciclistica. Di tale rete non fa parte nessuna pubblica amministrazione italiana. L’unica ad aver aderito, pur se solo per una manciata di anni, è stata la Regione Puglia, che ha anche partecipato attivamente con un suo rappresentante. Poi, inspiegabilmente, è uscita dal network senza giustificato motivo, di fatto privandosi della rete di relazioni internazionali fonte anche di opportunità finanziarie date dalla possibilità di partecipazione a progetti europei.

Ma la conferenza è appena iniziata. E parallelamente alle sessioni plenarie e alle decine di workshop che è impossibile seguire contemporaneamente, il Velo-City si conferma anche come la borsa dei buoni affari, vale a dire il luogo specializzato di incontro e scambio a livello professionale dove nascono e si rafforzano progetti comuni, forniture di beni e servizi, sviluppo ed occupazione. Ma gli italiani, finché non capiranno l’importanza della conoscenza della lingua inglese, rimarranno tagliati fuori dalla cultura, dall’economia e dalla tecnica della mobilità ciclistica.

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