Utilitalia: ogni anno viaggiano 3,8 milioni di tonnellate di rifiuti, servono più impianti

Questo ciò che emerge dallo studio “Rifiuti urbani, fabbisogni impiantistici attuali e al 2035”, realizzato da Utilitalia e giunto alla sesta edizione. Il lavoro si basa sui dati forniti dal Rapporto 2024 di ISPRA che si riferisce ai dati del 2023. "Per rispettare gli obiettivi europei al 2035 e annullare l’export di rifiuti tra le aree del Paese, servono nuovi impianti per il trattamento dell’organico e per il recupero energetico delle frazioni non riciclabili"

Utilitalia viaggiano rifiuti impianti

Gli attuali impianti di trattamento dei rifiuti urbani sono insufficienti e distribuiti in modo disomogeneo sul territorio nazionale. Questa carenza costringe l’Italia a un continuo trasferimento dei rifiuti tra regioni e, in alcuni casi, anche all’estero. Ne deriva un eccessivo ricorso allo smaltimento in discarica, in contrasto con gli obiettivi europei fissati per il 2035.

Secondo lo studio “Rifiuti urbani, fabbisogni impiantistici attuali e al 2035”, realizzato da Utilitalia sulla base dei dati Ispra 2024, il riciclaggio effettivo si ferma oggi al 50,8%, mentre il conferimento in discarica è ancora al 16%, ben lontano dal limite del 10% previsto dall’Unione Europea.

La fotografia del sistema: 29 milioni di tonnellate di rifiuti

Nel 2023 in Italia sono state prodotte 29,051 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, con un incremento dello 0,7% rispetto all’anno precedente. In media, ogni cittadino ha generato 496,2 kg di rifiuti.
Il Nord, più attrezzato sul piano impiantistico, ha importato circa 2,3 milioni di tonnellate dal Centro e dal Sud, raggiungendo valori di riciclo già vicini ai target Ue (52,7%) e un ricorso alla discarica del 12,5%.

Al contrario, il Centro ha dovuto esportare il 16% della propria produzione (circa 1 milione di tonnellate) e smaltisce in discarica quasi il 30% dei rifiuti. Il Sud ha esportato 1,64 milioni di tonnellate, pari al 27% della produzione, affidandosi a una rete di discariche utilizzata per il 31,5% dei conferimenti.

L’organico traina il miglioramento ma resta il divario territoriale

Per i rifiuti organici, nel 2023 sono state raccolte 7,25 milioni di tonnellate, pari al 38,3% del totale della raccolta differenziata. Di queste, 1,4 milioni di tonnellate sono state trattate in impianti situati in regioni diverse da quelle di origine, con la maggior parte dei flussi diretti dal Centro-Sud verso il Nord.

Secondo Luca Dal Fabbro, presidente di Utilitalia, “una corretta raccolta differenziata deve essere sostenuta da un numero adeguato di impianti di riciclo e di recupero energetico”.

Grazie anche ai fondi del PNRR, la situazione sul fronte dell’organico è in miglioramento: nei prossimi anni entreranno in funzione 22 nuovi impianti di trattamento. Tuttavia, per raggiungere gli obiettivi europei sarà necessario rafforzare la rete di termovalorizzatori e impianti per i rifiuti non riciclabili.

Roma e Sicilia punti chiave per colmare il gap impiantistico

Il fabbisogno di recupero energetico resta elevato: l’Italia dovrà aumentare la capacità di circa 2,4 milioni di tonnellate. La realizzazione del termovalorizzatore di Roma e dei due impianti previsti in Sicilia potrebbe ridurre di oltre la metà questa esigenza.

Una volta operativo, l’impianto di Roma consentirà di gestire gli scarti e i rifiuti non riciclabili della Capitale, avvicinando il Lazio all’autosufficienza e tagliando circa 24.000 viaggi di camion all’anno, equivalenti a 8.000 tonnellate di CO₂ risparmiate e al fabbisogno energetico di 200.000 famiglie.

I “viaggi dei rifiuti”: costi economici e ambientali

La carenza di impianti è la principale causa dei cosiddetti viaggi dei rifiuti. Nel 2022, per spostare 3,15 milioni di tonnellate di rifiuti verso altre regioni, sono stati necessari 140.000 viaggi di camion, per un totale di 76 milioni di chilometri percorsi.
Questa movimentazione ha prodotto oltre 50.000 tonnellate di CO₂ aggiuntive e comportato 75 milioni di euro di costi extra sulla Tari, il 90% dei quali a carico delle regioni del Centro-Sud. Nello stesso anno, l’Italia ha inoltre pagato 50 milioni di euro in sanzioni Ue per inadempienze nella gestione dei rifiuti.

Discariche ancora troppo utilizzate e in via di esaurimento

Le discariche restano il sistema più impattante per l’ambiente, ma continuano a ricevere 5,2 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, di cui 720.000 smaltite in regioni diverse da quelle di origine. La loro vita residua è ormai limitata: 4-5 anni al Nord, 3-4 al Centro, 6-7 al Sud peninsulare, 5-6 in Sardegna e appena 1 anno in Sicilia.

Attualmente il Paese conferisce in discarica circa il 18% dei rifiuti urbani, ben sopra il limite del 10% fissato dall’Unione Europea per il 2035. Senza un deciso aumento della capacità impiantistica, l’Italia rischia nuove procedure di infrazione e un ulteriore aumento dei costi ambientali ed economici.

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