“Economia, etica, ecologia: quale destino per l’Europa?” | Incontro pubblico a Torino il 3 giugno

L’evento, promosso da Circonomia - il Festival dell’economia circolare e della transizione ecologica, la cui ottava edizione si è aperta pochi giorni fa ad Alba - è ospitato all’interno del Festival internazionale dell’economia, “Ripensare la globalizzazione”, che si svolge a Torino. Vedrà confrontarsi l’economista Lucrezia Reichlin, il teologo e filosofo Vito Mancuso e il protagonista della vita sociale e culturale italiana Francesco Profumo, accompagnati e stimolati dalla giornalista Ilaria Sotis

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L’Europa è sempre più piccola in un mondo sempre più grande e multipolare, per l’Europa la transizione ecologica non è solo un contributo irrinunciabile alla lotta contro la crisi climatica e le emergenze ambientali, è anche il terreno su cui ritagliarsi un ruolo rinnovato, da protagonista, sulla scena economica e geopolitica globale e scongiurare così un futuro di declino”.

Questo il tema al centro dell’incontro su “Economia, etica, ecologia: quale destino per l’Europa?” in programma a Torino, il 3 giugno mattina (ore 11, Aula Camera Italiana del Museo del Risorgimento), che vedrà confrontarsi l’economista Lucrezia Reichlin, il teologo e filosofo Vito Mancuso e il protagonista della vita sociale e culturale italiana Francesco Profumo, accompagnati e stimolati dalla giornalista Ilaria Sotis.

L’evento, promosso da Circonomia – il Festival dell’economia circolare e della transizione ecologica, la cui ottava edizione si è aperta pochi giorni fa ad Alba – è ospitato all’interno del Festival internazionale dell’economia, “Ripensare la globalizzazione”, che si svolge a Torino.

“I partecipanti a questo confronto – così Roberto Della Seta, direttore del Festival dell’economia circolare – dialogheranno tra loro, partendo dai rispettivi punti di vista disciplinari, sull’idea che le azioni per fermare la crisi climatica globale non siano soltanto indispensabili per evitare un collasso ambientale planetario con conseguenze drammatiche sul piano sociale ed economico, ma siano anche – per l’Italia e per l’Europa – un efficace antidoto ai rischi di declino economico e geopolitico, legati a quella che molti hanno battezzato ‘rivincita della geografia’.

L’Europa è ‘vittima’ della geografia perché vede il suo ruolo nel mondo ridursi inesorabilmente avvicinandosi al suo – oggettivamente limitato – peso fisico e demografico. Questa condizione di difficoltà oggettiva suggerisce la domanda che ispira l’incontro del 3 giugno: raccogliere pienamente e rapidamente la sfida economica, tecnologica, culturale collegata alla transizione ecologica – cioè proporsi come guida e avanguardia di tale processo – può essere la via attraverso la quale l’Europa, ridimensionata quantitativamente, resta protagonista nel mondo?”.