Mobilità urbana per l’infanzia, l’Italia resta indietro nella classifica europea 2025

Strade scolastiche, ciclabilità e limiti di velocità: l’indagine europea di Clean Cities rivela i ritardi italiani rispetto alle grandi capitali nella trasformazione degli spazi urbani a misura di bambine e bambini. Nessuna città italiana nella top 10, mentre Parigi, Londra e Bruxelles guidano il cambiamento. Bologna, Milano e Torino mostrano segnali incoraggianti, ma la ciclabilità resta il punto più critico

Mobilità urbana infanzia Italia 2025

In occasione della nuova edizione di Streets for Kids, la mobilitazione europea promossa dalla Clean Cities Campaign, è stata pubblicata una classifica delle città europee più avanzate in termini di mobilità urbana per l’infanzia e quindi a misura di bambine e bambini. L’analisi prende in considerazione tre indicatori: strade scolastiche, piste ciclabili in sede separata e limiti di velocità a 30 km/h.

Dal 9 maggio 2025 e fino a fine mese, migliaia di bambini e associazioni in 18 Paesi europei parteciperanno a eventi pubblici per chiedere strade più sicure e spazi pubblici più vivibili. In Italia sono previste oltre 100 mobilitazioni, consultabili sulla pagina dedicata della campagna.

I tre indicatori analizzati: strade scolastiche, ciclabilità, limiti di velocità

Per redigere la classifica, Clean Cities ha raccolto dati da 36 città europee in base a tre criteri principali, raccomandati da enti come le Nazioni Unite, l’OMS e il Consiglio Europeo per la Sicurezza dei Trasporti.

  • Il primo indicatore è il numero di strade scolastiche, ovvero tratti chiusi al traffico motorizzato in prossimità delle scuole primarie;
  • Il secondo riguarda la presenza di piste ciclabili protette, giudicate fondamentali per la sicurezza percepita da parte dei bambini;
  • Il terzo è la percentuale di strade urbane con limite di velocità a 30 km/h, misura associata a una significativa riduzione degli incidenti e dell’inquinamento atmosferico.

Nessuna città italiana nella top 10 europea

La classifica complessiva mostra un ritardo italiano: nessuna città nazionale compare tra le prime dieci. La migliore performance è di Bologna (16ª), seguita da Milano (23ª) e Torino (24ª). Firenze e Roma si collocano rispettivamente al 29° e 32° posto su 36 città analizzate.

In ambito di strade scolastiche, tuttavia, le città italiane mostrano segnali positivi: Milano è 2ª in Europa, seguita da Torino (4ª) e Bologna (11ª). Roma è 16ª. Tuttavia, Firenze rientra tra le dieci città senza alcuna strada scolastica.

Infrastrutture ciclabili e limiti di velocità: Italia in difficoltà

Sulle piste ciclabili in sede separata, l’Italia presenta grandi criticità. Roma si posiziona nelle ultime tre, mentre Milano, Firenze, Bologna e Torino si trovano nella fascia medio-bassa.

Anche la moderazione della velocità registra risultati deboli. Bologna, prima grande città italiana ad adottare il limite dei 30 km/h, è 18ª. Seguono Firenze (24ª), Milano (30ª), Torino (31ª) e Roma (33ª).

Le città europee più virtuose

Parigi è in vetta alla classifica. La capitale francese ha esteso rapidamente la sua rete di ciclabilità protetta, introdotto zone a traffico limitato e abbassato i limiti di velocità sull’89% del territorio urbano.

Londra guida per numero di strade scolastiche (525), mentre Amsterdam, Anversa, Bruxelles e Lione confermano il proprio impegno. Helsinki raggiunge risultati notevoli nella ciclabilità, con il 48% della rete stradale dotata di piste protette.

Incidenti e inquinamento: i rischi per i bambini

Secondo i dati europei, ogni giorno un bambino muore in un incidente stradale nell’UE e altri 18 subiscono ferite gravi. L’inquinamento atmosferico è inoltre responsabile di oltre mille morti premature tra bambini e adolescenti ogni anno in Europa.

La crescente motorizzazione urbana ha ridotto drasticamente l’autonomia degli spostamenti dei più piccoli, con effetti sulla salute fisica e sull’attività motoria, specie tra le bambine.

Il ruolo delle comunità e dei genitori

In Italia, i risultati migliori si riscontrano dove è attiva una mobilitazione civica costante. Secondo la Clean Cities Campaign, la pressione delle famiglie è spesso decisiva nel promuovere interventi strutturali.

A Milano, il progetto Piazze Aperte ha portato alla creazione di 14 nuove aree pedonali entro il 2024, con ulteriori interventi previsti nel 2025. Le 23 strade car-free nei pressi delle scuole rappresentano un primo passo, ma serve una pianificazione di lungo periodo e un indirizzo politico chiaro.

Anche Roma ha avviato un percorso con 15 strade scolastiche pedonali e 5 temporanee. Il Comune ha promesso l’attuazione di 34 interventi già progettati, ma i lavori hanno subìto rallentamenti per mancanza di fondi. La sfida è garantire continuità e trasparenza.

Una sfida aperta per le città italiane

L’esperienza di Parigi, Londra e Lione mostra come l’attivismo locale, sostenuto da visioni politiche lungimiranti, possa trasformare lo spazio urbano. La partecipazione dei genitori e l’azione coordinata tra enti locali e cittadini restano elementi centrali per rendere le città più sicure e accessibili.

In Italia il potenziale esiste. Per valorizzarlo occorre investire con decisione in mobilità attiva, limitazione del traffico e ciclabilità sicura, senza trascurare il ruolo cruciale delle strade scolastiche come leva di cambiamento urbano.

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