In vista del Circular Economy Act europeo, si è tenuto il 10 giugno 2025 a Roma il Forum Erion sui modelli circolari per la crescita, promosso in Italia dal sistema multi-consortile di Responsabilità Estesa del Produttore. L’iniziativa ha riunito rappresentanti delle istituzioni, del mondo produttivo, della ricerca e delle associazioni di settore per discutere le prospettive di un’economia circolare più efficace e integrata.
Un sistema efficiente sul piano ambientale, ma ancora fragile su quello industriale
L’Italia si distingue per un tasso di utilizzo circolare dei materiali pari al 20,8%, ben oltre la media dell’Unione Europea che si ferma all’11,8%. La performance supera quella di Francia, Germania e Spagna. Tuttavia, questa posizione di vertice non si traduce ancora in un modello industriale competitivo, a causa di ostacoli strutturali.
Tra questi, emerge una forte dipendenza dalle importazioni di materie prime, che nel 2023 ha toccato il 48%, a fronte di una media europea del 22%. Allo stesso tempo, i volumi di Materie Prime Seconde scambiati in Europa sono cresciuti solo del 4,5% in un decennio, mentre il settore del riciclo ha registrato un calo dell’occupazione del 7% rispetto al 2019.
Le priorità individuate da Erion per rafforzare il sistema circolare
Nel suo intervento, Erion ha proposto una visione articolata su cinque direttrici strategiche. È stata evidenziata innanzitutto la necessità di sviluppare una politica di filiera integrata, capace di superare l’attuale frammentazione operativa e assicurare un flusso stabile di materiali da riciclare, insieme a un mercato di sbocco efficace.
È stato inoltre sottolineato l’urgenza di costruire un mercato unico dei rifiuti a livello europeo, armonizzando le normative per facilitare la circolazione intra-UE dei materiali riciclati, ridurre i costi e rafforzare la competitività industriale.
Altro punto centrale è la razionalizzazione dei sistemi di raccolta, da rendere più efficienti e coerenti su scala nazionale, grazie a investimenti in infrastrutture moderne e all’adozione di standard condivisi.
Erion ha poi ribadito il ruolo strategico dei sistemi EPR, in grado di garantire una gestione coordinata e funzionale dei prodotti a fine vita, soprattutto per il recupero delle Materie Prime Critiche.
Infine, è stato rilanciato il tema della cultura dell’economia circolare, per cui si richiede un investimento deciso in informazione e formazione, rivolti a cittadini, imprese e amministrazioni.
Economia circolare come leva industriale, non solo ambientale
Durante il Forum è emerso con chiarezza che la circolarità deve essere considerata un fattore produttivo strategico, in grado di contribuire all’autonomia industriale europea, alla transizione energetica e alla creazione di nuova occupazione. Il contesto normativo attuale è stato definito troppo frammentato, spesso scoraggiante per le imprese che vogliono investire nel settore del riciclo.
Voci istituzionali e tecniche a confronto
L’apertura dei lavori è stata affidata alla viceministra del MASE Vannia Gava, seguita dalla presentazione del Bilancio di sostenibilità 2024 di Erion, a cura di Andrea Fluttero e Luca Campadello. Il dibattito, introdotto da Danilo Bonato, ha visto la partecipazione di figure del mondo politico, accademico e imprenditoriale tra cui Antonio Misiani, Massimiliano Salini, Paolo Casalino, Laura D’Aprile, Leonardo Salvemini, Edoardo Croci e Marco Ravazzolo.
Formazione, semplificazione e incentivi: i nodi per il futuro
Nel suo intervento conclusivo, Antonio Misiani ha ribadito l’esigenza di una vera politica industriale verde, basata su strumenti fiscali efficaci, certezza del diritto e semplificazione amministrativa. Secondo il parlamentare, servono incentivi per le imprese che investono nella circolarità e una strategia nazionale per la formazione delle nuove competenze, indispensabili per alimentare la domanda di lavoro nel settore.