Il Kappa macina record e coinvolge il pubblico per ridurre l’impatto ambientale dei rifiuti

Ogni anno che passa il KappaFutur Festival alza un pochino di più l’asticella della sostenibilità. Rimane il paradiso della plastica monouso (riciclata) ma l'obiettivo di “raddoppiare i volumi di riciclo” potrebbe essere raggiunto grazie al maggior numero di pubblico

120 mila persone provenienti da 150 nazioni, 30 milioni di euro di ricadute sul territorio, 135 djs, 6 palchi e 36 ore di musica. Questi sono i principali numeri diffusi dagli organizzatori del KappaFutur Festival appena conclusosi a Torino.

Numeri importanti e in crescita che di fatto rendono la manifestazione torinese uno dei festival musicali più importanti al mondo, per la precisione il sesto secondo i lettori della rivista DJ Mag. Insomma, da dodici anni Movement Entertainment e Suoni e Colori APS continuano a far crescere e innovare l’evento musicale al Parco Dora.

Gli organizzatori non lasciano nulla al caso e sono consapevoli dell’impatto ambientale che un evento del genere genera anche se siamo in un contesto urbano. Quest’anno il loro obiettivo, forse quello più importante, era legato alla gestione rifiuti, ossia “raddoppiare i volumi di riciclo registrati lo scorso anno, anche grazie a un investimento sul servizio di raccolta gestito da Amiat Gruppo Iren”. Parole che come notiziario sull’ambiente urbano accogliamo ben volentieri e che distinguono ancora di più il festival rispetto al panorama nazionale e internazionale.

Ma tra il dire e il fare, come recita il proverbio, c’è di mezzo il mare e proprio in questo mare ci siamo tuffati.

Prima di avventurarsi in una analisi di quello che abbiamo osservato durante la manifestazione va precisato che ci occuperemo principalmente della gestione rifiuti dell’evento, perché quando si parla di impatto ambientale di un grande evento al Parco Dora ci sono fattori in gioco che vanno oltre l’evento stesso e che si sommano a questioni ancora irrisolte dovute alla bonifica dell’ex sito industriale. Un dato su tutti: a oggi i valori di cromo esavalente sono fino a 35 volte superiori ai limiti di legge (qui trovate tutti i dati della Città di Torino relativi al monitoraggio delle bonifiche).

Come da prassi consolidata, in base alle nostre osservazioni, il Futur (come lo chiamano all’estero, nda) è il paradiso del monouso in plastica, dove i bicchieri e le bottigliette sono i protagonisti indiscussi dell’evento. Per questo, grazie alla collaborazione con Global Inheritance (organizzazione senza scopi di lucro californiana che si occupa di educare e coinvolgere il pubblico dei grandi eventi a comportamenti socio ambientali più rispettosi) anche quest’anno il festival premia tutti coloro che in autonomia raccolgono bicchieri e bottiglie vuote che successivamente restituiscono all’interno dei TRASHed :: Recycling Store in cambio di punti. Un bicchiere o una bottiglietta equivalgono a un punto. Più punti si accumulano e più premi si vincono: con venti punti si può avere una bottiglietta d’acqua (che all’interno della manifestazione costa 3 euro!), e con oltre 3000 punti si può ottenere un pass gratuito per la prossima edizione (parliamo un valore di centinaia e centinaia di euro). Potrà sembrare strano ma venerdì 4 luglio, primo giorno dell’evento, a quattro ore dall’avvio c’era già chi aveva raccolto 2500 punti!

E non solo. Quest’anno si ricevevano punti anche attraverso le cicche di sigaretta raccolte e conferite negli appositi contenitori di ReCig presenti all’interno del Recycling Store. Insomma ingaggiare e premiare il pubblico può essere un buon sistema per ridurre l’impatto ambientale di una manifestazione e accrescere la sensibilità del pubblico dentro e fuori l’evento. Al KappaFutur Festival questa pratica sembra funzionare per davvero.

Però “raddoppiare i volumi di riciclo” è una impresa davvero ardua, sempre che per volumi di riciclo si intendano le quantità di rifiuti avviati a riciclo e non quelli intercettati. Al momento su questo aspetto non ci sono dei dati, nel senso che è troppo presto per determinare i volumi di riciclo di questa edizione e soprattutto non sappiamo quanto sia stato il volume di riciclo lo scorso anno. Probabilmente tutti dati che solo Amiat possiede e può elaborare, e che attendiamo.

Fatto sta che qualcosa abbiamo percepito, come ad esempio un numero decisamente maggiore (rispetto alle scorse edizioni) di contenitori per la raccolta dei rifiuti indifferenziati che, e qui azzardiamo un numero, al 95% contenevano prodotti in plastica (riciclata, in quanto i bicchieri e le bottigliette erano a sua volta prodotti con materie prime seconde), Purtroppo questi prodotti abbassano la quantità e qualità di materiale che può essere avviato a riciclo perché semplicemente la plastica non si si può riciclare all’infinito. Una spinta potrebbe arrivare dall’incremento del 20% del pubblico. Ma aspettiamo i dati ufficiali per poter fare un commento più ragionato.

Dal punto di vista della gestione rifiuti e della loro produzione non c’è altro da segnalare, eccezion fatta per i 10 mila assorbenti compostabili distribuiti gratuitamente da This Unique ma che, non avendo visto dei contenitori per i rifiuti organici (forse complice la confusione? nda), non sappiamo dire con certezza quale percorso abbiano seguito per l’avvio a riciclo.

In fatto di mobilità sostenibile merita segnalare l’adesione del KappaFutur Festival al progetto della Città di Torino denominato “MaaS ToMove” che permetteva di usufruire di un bonus di 10 euro a persona (per staff e partecipanti all’evento) per l’utilizzo del trasporto pubblico, taxi e micro mobilità elettrica attraverso l’uso dell’app Urbi o delle “super app” legate al progetto.

In ultima istanza un cenno all’inquinamento sonoro. Quest’anno ci è sembrato diminuito il “rumore” percepito all’esterno del Parco Dora e questo non è un elemento da sottovalutare per gli amministratori della Città, perché le soluzioni adottate in potenza possono tornare utili, con i dovuti distinguo, per una futura regolamentazione degli eventi cittadini così da andare incontro alle esigenze legittime dei cittadini e degli organizzatori di eventi musicali (e non). Altro discorso è quello relativo all’uso privato di uno spazio pubblico. Non siamo ai livelli del matrimonio veneziano di Bezos ma probabilmente visti i costi diretti e indiretti che la Città e i cittadini sopportano e sopporteranno (anche in considerazione di numeri sempre più crescenti legati alla manifestazione) è auspicabile che la Città avvii un tavolo con gli organizzatori.

In conclusione il KappaFutur Festival è un evento, un grande evento, che in ogni edizione alza un pochino di più l’asticella della sostenibilità dal punto di vista della riduzione dell’impatto. Per alcuni si dovrebbe fare ogni anno molto di più ma la realtà è che, nel panorama dei grandi eventi italiani, la sostenibilità ambientale o la ricerca di soluzioni per limitarne l’impatto è finita in mano ai vari uffici marketing trasformandosi in puro greenwashing.

A proposito di riduzione dell’impatto o del danno, e questa volta non parliamo di danno ambientale ma danno alla salute. Nonostante i cronici tagli di quattrini e politiche pubbliche che da anni subisce il settore, va dato merito agli organizzatori del Kappa di dare sempre spazio a questo tema. Anche quest’anno c’erano i “ragazzi” di Progetto Neutravel che come mission hanno quella di informare il pubblico sull’uso delle sostanze stupefacenti anche attraverso un servizio di drug checking. E quest’anno di “pacchi” finiti nei cassonetti ce ne sono stati molti.

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