La stagione termica 2025-2026 è regolata dal DPR 74/2013, che stabilisce periodi e orari di accensione in base alle sei zone climatiche italiane. Nelle aree più fredde, comprese nella zona F, non sono previsti limiti, mentre nella zona E, che include città come Torino e Milano, i caloriferi potranno rimanere accesi dal 15 ottobre al 15 aprile per un massimo di 14 ore al giorno.
Le regole nelle città del Centro e del Sud
A Roma e Firenze, collocate in zona D, l’avvio è fissato al 1° novembre con una durata giornaliera consentita di 12 ore. Nelle città di Napoli, Palermo e Cagliari, comprese nella zona C, i riscaldamenti saranno attivi dal 22 novembre al 31 marzo per 10 ore al giorno. Nelle aree costiere più miti, in zona B, l’accensione è prevista dall’8 dicembre al 7 marzo, per 8 ore quotidiane. Infine, nella zona A, che include i comuni più meridionali come Lampedusa e Porto Empedocle, il periodo autorizzato va dal 1° gennaio al 15 marzo, con un limite di 6 ore al giorno.
Le deroghe comunali e i primi casi di accensione anticipata
La normativa consente ai sindaci di ampliare o ridurre le finestre temporali e gli orari giornalieri in base alle condizioni meteorologiche. È già successo a Fossano, in provincia di Cuneo, dove dal 2 ottobre 2025 è stata autorizzata l’accensione anticipata degli impianti per fronteggiare l’abbassamento delle temperature.
Le temperature massime consentite negli edifici
Oltre ai limiti temporali, la normativa stabilisce anche le temperature massime interne. Per le abitazioni, le scuole e gli uffici la soglia è di 20 gradi, con una tolleranza di 2 gradi. Negli edifici industriali e artigianali il limite è invece di 18 gradi, sempre con una tolleranza di 2 gradi.