“Mano nella mano per un cibo migliore e un futuro migliore“: è questo il tema del World Food Day 2025, la Giornata mondiale dell’Alimentazione celebrata come ogni anno il 16 ottobre. Quest’anno l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (Fao) fa appello alla collaborazione globale, con l’obiettivo di costruire un futuro pacifico, sostenibile, prospero e sicuro dal punto di vista alimentare: “La collaborazione tra governi, organizzazioni, settori e comunità può trasformare i sistemi agroalimentari affinché tutti abbiano accesso a un regime alimentare nutriente, vivendo in armonia con il pianeta”.
Quest’anno la celebrazione coincide con l’80° anniversario della Fao: per questa settimana sono previsti eventi in tutto il mondo.
Nel mondo circa 673 milioni di persone soffrono la fame, 900 milioni di adulti sono affetti da obesità e 35,5 milioni di bambini sotto i cinque anni sono in sovrappeso. L’allarme obesità è stato lanciato anche dal rapporto Unicef dello scorso settembre su bambini e alimentazione: “Nel mondo ci sono più bambini obesi che malnutriti: circa 188 milioni di giovani tra i 5 e i 19 anni sono obesi, pari a 1 su 10, mentre il sottopeso si ferma a 184 milioni”. Secondo il report, l’obesità supera ora il sottopeso in tutte le regioni del mondo, eccetto in Africa subsahariana e Asia meridionale. I fattori chiave di questa tendenza sono il cibo spazzatura e la pubblicità.
Resta di attualità anche il problema dello spreco alimentare: nel mondo viene buttato oltre un miliardo di tonnellate di cibo, un terzo della produzione alimentare globale. Ogni cittadino italiano spreca in media 555,8 grammi di cibo ogni settimana (-18,7 percento rispetto al 2024): sono oltre 28,9 kg all’anno. I sistemi agroalimentari sono esposti a sfide senza precedenti. In primis a causa dei conflitti armati: nel 2024 questi scontri sono stati la principale causa delle crisi alimentari in 20 Paesi, coinvolgendo quasi 140 milioni di persone.
Non bisogna poi sottovalutare gli effetti di eventi climatici e meteorologici estremi, gli shock economici e l’aumento delle disuguaglianze favoriti dal nostro sistema alimentare. Un allarme lanciato da Greenpeace alla vigilia del 16 ottobre: la produzione del 30 percento del mondo causa il 70 percento dei danni ambientali connessi al cibo.