“Milano da rigenerare” è il titolo del dibattito in programma venerdì 17 ottobre, dove mondo della ricerca e organizzazioni della società civile milanesi si incontrano per provare a offrire nuovi contenuti sullo sviluppo urbanistico della città. Organizzato da Legambiente Lombardia e dall’Istituto Nazionale di Urbanistica, l’obiettivo dell’iniziativa è proporre e discutere soluzioni “per il superamento della attuale crisi urbanistica milanese e l’apertura di opportunità per la città pubblica e l’abitare”.
“La crisi provocata dalla deregulation edilizia è un’opportuna pausa di riflessione – recita una nota degli organizzatori – da cui però occorre ripartire interpretando il vero significato dell’espressione ‘rigenerazione urbana’: un concetto che non può essere ridotto ad una somma di volumi costruiti. Un deciso cambio di passo è necessario, sia nella visione della città, sia negli strumenti per realizzarla, con criteri che rispondano alle sfide dell’adattamento climatico e della qualità ambientale, e all’imperativo di una equa distribuzione delle risorse generate dagli investimenti immobiliari. Sono sempre più urgenti strumenti regolativi che tengano insieme il legittimo profitto degli operatori immobiliari con il funzionamento e l’efficacia di una Città Plurale, che ridistribuisca la ricchezza per realizzare i propri obiettivi di inclusione sociale e abitativa oltre che di qualità ambientale”.
“Quindici anni fa le organizzazioni di società civile a Milano si sono rese promotrici di una vasta azione critica di cambiamento di corso dell’urbanistica milanese – proseguono – Si trattava, allora, di contestare l’idea di città infinita, per fermarne l’espansione sulle ultime aree agricole. Ora occorre andare oltre, per una condivisione delle sfide della Milano contemporanea”.
“La sfida di fermare l’espansione venne allora recepita nel nuovo piano urbanistico, ma nel frattempo Milano è cresciuta come attrattore di investimenti immobiliari. Le aree agricole sono state messe in sicurezza, ma questo non è bastato a governare le forze legate alla rendita urbana, tutta tesa alla densificazione: la crescita continua dei valori immobiliari ha agito da potente leva per l’espulsione di funzioni – inclusa quella residenziale per i ceti medio-bassi – che si sono ricollocate nei comuni di cintura, dove il consumo di suolo ha continuato a crescere. Milano non ha saputo fare rigenerazione urbana e si è dimostrata cedevole agli interessi degli operatori”.
“E’ tornato il momento di parlare di città e di rigenerazione urbana – aggiunge Legambiente Lombardia – nel senso autentico di una espressione destinata a fallire, se lo si lascia ridurre alla pratica del fare edilizia sul costruito: la città è molto più della somma dei suoi edifici. Migrazioni, digitalizzazione, nuove povertà, sfide climatiche ed energetiche si impongono, costringendo ad aggiornare il modello senza snaturare il senso della città come spazio che custodisce la relazione civile, catalizzatrice dello scambio umano e della reciprocità. È doveroso chiedere un governo della città che faccia la differenza in termini di sfide progettuali, ma lo faccia in modalità inclusiva, senza espellere né lasciare indietro nessuno”.
