GreenItaly 2025: le imprese italiane più sostenibili affrontano meglio le crisi

Presentato il Rapporto GreenItaly di Fondazione Symbola e Unioncamere, mentre in Brasile è in corso la COP30. Oltre 578mila imprese italiane hanno investito nella transizione verde, creando 3,3 milioni di green jobs. L’Italia si conferma leader europea dell’economia circolare con un tasso di riciclo record del 92,6%

GreenItaly 2025

Mentre la COP30 di Belém entra nel vivo, in Italia viene presentato il 16° Rapporto GreenItaly, curato da Fondazione Symbola e Unioncamere con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Un’analisi che fotografa lo stato dell’economia verde nel Paese e ne conferma il ruolo guida in Europa sul fronte della sostenibilità, dell’innovazione e dell’economia circolare.

Negli ultimi sei anni, 578.450 imprese extra-agricole hanno investito nella green economy e nella sostenibilità, pari al 38,7% del totale. Un dato che si accompagna alla crescita dei green jobs, che nel 2024 hanno raggiunto 3,3 milioni di occupati, pari al 13,8% del totale nazionale.

Un’Italia più forte e competitiva grazie alla transizione verde

I dati del Rapporto GreenItaly confermano la concretezza dell’invito del Presidente Mattarella a fare della transizione verde un fattore di competitività”, ha dichiarato Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola. “C’è un’Italia che, insieme all’Europa, può essere protagonista alla COP30. Un Paese che fa della sostenibilità un’opportunità per rafforzare l’economia e la società, puntando su innovazione, comunità e territori. Siamo una superpotenza dell’economia circolare: questo ci rende più competitivi e capaci di futuro. Possiamo riuscirci – ha aggiunto – se mobilitiamo le migliori energie del Paese, senza lasciare indietro nessuno, come recita il Manifesto di Assisi”.

Anche Andrea Prete, presidente di Unioncamere, ha sottolineato che “la transizione green non è più solo una scelta etica o ambientale, ma il nuovo terreno su cui si misura la competitività industriale. Le imprese che investono in tecnologie net-zero performano meglio: chi detiene brevetti green registra in media un +17% di produttività rispetto alle altre. Il vero limite oggi non è la volontà, ma la carenza di competenze: oltre la metà dei green jobs ricercati resta scoperta, rallentando gli investimenti. La sfida non è ‘se’ fare la transizione, ma ‘come’ renderla un fattore di crescita nazionale”.

I numeri dell’economia verde

Secondo il rapporto, il Nord-Ovest guida la classifica dei green jobs (32,8%), seguito da Nord-Est (23,6%), Mezzogiorno (23,1%) e Centro Italia (20,5%). La Lombardia si conferma prima regione per numero di imprese eco-investitrici (102.730), seguita da Veneto, Lazio, Campania ed Emilia-Romagna, che insieme rappresentano oltre la metà del totale nazionale.

A livello provinciale, Roma supera Milano con 39.020 imprese green, seguita da Napoli, Torino e Bari. Le performance migliori in termini di incidenza di imprese eco-investitrici sul totale si registrano a Bolzano (50,1%), Bologna (47,6%) e Siracusa (46,2%).

Economia circolare: Italia leader in Europa

Il nostro Paese si conferma prima economia europea per riciclo totale, con un tasso del 92,6% dei rifiuti avviati a recupero (urbani e speciali), contro il 60% della media UE.
Anche nel settore degli imballaggi, l’Italia consolida la propria leadership: 76,7% di riciclo complessivo, con performance record per carta (92,4%), acciaio (86,4%) e vetro (80,3%).

Particolarmente dinamiche le filiere della plastica tradizionale (50,8%) e della plastica compostabile (57,8%), mentre il CONOU registra un tasso di recupero del 98% degli oli minerali. Infine, nel comparto degli pneumatici fuori uso (PFU), grazie al lavoro di Ecopneus, il 2024 ha permesso di evitare oltre 90mila tonnellate di CO₂ equivalenti e risparmiare quasi un miliardo di megajoule di risorse fossili.

GreenItaly, un manifesto per un’economia a misura d’uomo

Il Rapporto GreenItaly, realizzato da Fondazione Symbola, Unioncamere e Centro Studi Tagliacarne, con la collaborazione di Conai, Novamont, Ecopneus ed Enel, conferma una verità ormai evidente: le imprese sostenibili sono più resilienti alle crisi e contribuiscono a costruire un’economia “a misura d’uomo”, capace di coniugare competitività, coesione sociale e tutela ambientale.

In un momento cruciale per il futuro del Pianeta, con la COP30 in corso in Brasile, l’Italia si presenta come un modello europeo di transizione verde concreta, innovativa e inclusiva.

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