In occasione del Consiglio europeo AgriFish del 18 novembre 2025, le associazioni Greenpeace, LIPU, ProNatura e WWF, insieme ai rispettivi uffici europei, hanno inviato ai Ministri dell’Agricoltura dell’Unione europea – tra cui il Ministro italiano Francesco Lollobrigida – una lettera congiunta dedicata al tema della sicurezza alimentare nel quadro della futura Politica Agricola Comune (PAC) post 2027. Le organizzazioni sottolineano la necessità di investire in azioni ambientali e climatiche nelle aziende agricole per assicurare la disponibilità di cibo nel lungo periodo. Secondo le associazioni, biodiversità in declino, crisi climatica e inquinamento costituiscono le principali minacce per la sicurezza alimentare europea.
Un modello agricolo più resiliente e circolare
Le pratiche agricole intensive stanno impoverendo suolo, acqua e clima, rendendo l’Europa più vulnerabile agli shock ambientali come siccità, inondazioni e gelate tardive. Per questo motivo, la PAC post 2027 dovrebbe destinare fondi e incentivi alle pratiche benefiche per l’ambiente e il clima, sostenendo l’agricoltura biologica e i modelli agroecologici. Questi sistemi favoriscono la diversificazione della produzione, la circolarità delle risorse e un impatto positivo sugli ecosistemi agricoli, contribuendo alla resilienza alimentare e alla stabilità economica degli agricoltori. Le associazioni chiedono che la riforma introduca indicatori misurabili di sostenibilità – come l’indice degli uccelli nelle aree agricole, gli indicatori sugli impollinatori e la riduzione dell’uso di pesticidi – per valutare i risultati ambientali della PAC.
Una transizione giusta per il settore zootecnico
La lettera evidenzia anche la necessità di sostenere una transizione giusta nel settore dell’allevamento, riducendo il numero di capi nelle aree ad alta densità e promuovendo sistemi estensivi basati sul pascolo. Pratiche come la pastorizia e gli allevamenti ad alta intensità di manodopera, attivi in zone di elevato valore naturale, dovrebbero essere tutelate con strumenti finanziari dedicati e standard più elevati di benessere animale.
Dalla produzione di mangimi alla sicurezza alimentare
Le associazioni denunciano che due terzi dei cereali prodotti nell’Unione europea vengono utilizzati per l’alimentazione animale e un ulteriore 3% per i biocarburanti, mentre l’agricoltura europea dipende ancora dalle importazioni di soia e fertilizzanti sintetici.
Questa dipendenza esterna, combinata con catene di approvvigionamento globalizzate, rende il sistema agricolo europeo fragile e poco autonomo. Secondo le organizzazioni, la sicurezza alimentare deve passare da un riequilibrio della produzione verso il consumo umano, valorizzando le filiere vegetali locali e riducendo la pressione su risorse limitate.
La definizione di sicurezza alimentare secondo la FAO
Infine, Greenpeace, LIPU, ProNatura e WWF criticano la proposta della Commissione europea, che pur citando la sicurezza alimentare nella riforma post 2027 non ne fornisce una definizione chiara. Le associazioni richiamano la definizione della FAO, secondo cui “la sicurezza alimentare esiste quando tutte le persone, in ogni momento, hanno accesso fisico ed economico a cibo sufficiente, sicuro e nutriente per soddisfare le proprie esigenze dietetiche e preferenze alimentari per una vita attiva e sana”. Per questo, chiedono che la nuova PAC consideri tutte le dimensioni della sicurezza alimentare – disponibilità, accesso, utilizzo e stabilità – e non solo la quantità di produzione.











