Cop30, inizia la fase finale senza alcuna intesa in vista

La prima settimana di consultazioni tra la presidenza brasiliana e gli altri paesi alla COP 30 di Belém in Brasile non ha prodotto alcun risultato. Ancora molto distanti le posizioni in ballo su tre questioni fondamentali: l'ambizione climatica, le barriere commerciali e la finanza, in un contesto mondiale che vede la domanda di petrolio e gas ancora in crescita, nonostante l'espansione delle rinnovabili, così come il riscaldamento globale, che ha di fatto sancito l'impossibilità di stare dentro l'Accordo di Parigi

Cop30 fase finale senza alcuna intesa

La prima settimana di consultazioni tra la presidenza brasiliana e gli altri paesi alla Cop30 di Belém in Brasile non ha prodotto alcun risultato. Ancora molto distanti le posizioni in ballo su tre questioni fondamentali: l’ambizione climatica, le barriere commerciali e la finanza, in un contesto mondiale che vede la domanda di petrolio e gas ancora in crescita, nonostante l’espansione delle rinnovabili, così come il riscaldamento globale, che ha di fatto sancito l’impossibilità di stare dentro l’Accordo di Parigi.

Per questo ogni progresso a Belém, anche minimo, è necessario. “La posta in gioco è troppo alta per permettere che tattiche procedurali o discussioni bloccate ostacolino i progressi“, ha detto André Corrêa do Lago, presidente del vertice Onu, che ha annunciato la pubblicazione di una nota con le posizione di ciascun paese, utile ai ministri arrivati in Brasile per gli ultimi cinque giorni di colloqui. La chiusura è prevista per venerdì 21 novembre.

La presidenza brasiliana chiede ai partecipanti “flessiblità” per la fase finale dei negoziati, mentre il segretario esecutivo della Cop, Simon Stiell, dice che i Paesi devono dare di più ma rimane ottimista sugli obiettivi globali: “Se non ci allineiamo e troviamo punti di intesa sui temi più importanti per noi, la Cop30 non produrrà risultati per dimostrare che gli Accordi di Parigi stanno funzionando”.    

Stiell nel corso del dialogo ministeriale di Alto Livello ha sottolineato in particolare che è la “finanza climatica la linfa vitale dell’azione per il clima”, perché è “ciò che trasforma i piani in progressi e l’ambizione in attuazione. E in nessun luogo la sua importanza è più chiara che in questo incontro, che non è una formalità procedurale. E’ progettata per creare fiducia, fornendo chiarezza e prevedibilità sulle risorse su cui i Paesi in via di sviluppo possono contare per attuare i loro piani nazionali per il clima e l’adattamento. Questa fiducia rimane essenziale. Senza di essa, l’attuazione rallenta, l’ambizione vacilla e il progresso per tutti diventa molto, molto più difficile”.

“La cooperazione sul clima sta funzionando – ha poi aggiunto Stiell – I flussi pubblici e privati di finanza per il clima stanno crescendo. Si stanno creando nuove partnership. E stiamo assistendo a migliaia di miliardi di dollari che confluiscono in energia pulita, resilienza e transizioni giuste in tutto il mondo. Ma la verità è che non siamo ancora abbastanza avanti su quella strada: la finanza per il clima non è ancora sufficiente o affidabile e non è condivisa in modo sufficientemente ampio o equo”.

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