Al via il Reddito Alimentare contro spreco e indigenza: cos’è, a chi spetta e come funziona

Normato dal decreto del ministero del Lavoro e delle politiche sociali lo scorso 30 maggio 2023, il Piano nazionale contro lo spreco di cibo della grande distribuzione e povertà alimentare è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale lo scorso 8 agosto ed entrato in vigore ufficialmente il 23 agosto. Inizialmente il piano verrà attuato in via sperimentale per 3 anni e coinvolgerà i Comuni capoluogo delle città metropolitane. Tali Comuni, infatti, potranno presentare dei progetti in accordo con gli enti del terzo settore territoriali. I destinatari del piano sono le persone in povertà assoluta e verranno individuali a partire da elenchi stilati dalle su dette organizzazioni no profit

Guida per la Politica del cibo Torino Milano food policy Reddito Alimentare

Per combattere lo spreco di cibo e contemporaneamente la povertà alimentare, la legge di bilancio 2023 ha previsto la misura che introduce ufficialmente il Fondo per la sperimentazione del reddito alimentare che attiverà 1,5 milioni di euro per il 2023 e 2 milioni dal 2024.

Si tratta di un provvedimento che ha come obiettivo quello di distribuire a circa tre milioni di persone in povertà assoluta in Italia gli alimenti invenduti della grande distribuzione, in maniera completamente gratuita. Inoltre “una parte delle risorse può essere destinata allo sviluppo di una applicazione informatica che consenta un migliore accesso e fruibilità da parte dell’utenza, ivi incluso il tracciamento dei prodotti donati”.

Dopo essere stato approvata, la misura è stata normata dal decreto del ministero del Lavoro e delle politiche sociali firmato il 30 maggio 2023, pubblicato in Gazzetta ufficiale lo scorso 8 agosto e entrato in vigore ufficialmente il 23 agosto.

Come riporta l’articolo 3 del provvedimento, per reddito alimentare si intende “la distribuzione gratuita, anche tramite gli enti del terzo settore presenti sui territori, di pacchi alimentari realizzati con l’invenduto della distribuzione alimentare, donati dagli esercizi commerciali che aderiscono volontariamente alla sperimentazione”.

Inizialmente il reddito prevede una fase sperimentale di tre anni e verrà avviata nei comuni capoluogo delle città metropolitane, perché è qui che vive la maggior parte delle persone in povertà assoluta, sostiene il governo.

I destinatari verranno individuali a partire da elenchi stilati dalle organizzazioni del terzo settore operanti sui territori. I Comuni stessi, però, dovranno presentare al ministero dei progetti per poter accedere al fondo. Nell’articolo 5, infatti, si legge che tali progetti “saranno individuati a seguito di un apposito avviso non competitivo a cura della Direzione Generale per la Lotta alla povertà e per la programmazione sociale del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali”.

Verrà inoltre istituito un gruppo di lavoro per effettuare un monitoraggio della sperimentazione. A capo del gruppo ci sarà Paolo Onelli, capo della Direzione generale lotta alla povertà e programmazione sociale del ministero del Lavoro.