Bioeconomia circolare, il ruolo dell’Italia nell’ecosistema industriale europeo

Durante l’Assemblea 2025 del Cluster Spring a Roma, esperti, istituzioni e imprese hanno discusso strategie, governance e dati economici sulla bioeconomia. Presentato l’11° Rapporto europeo sul settore e assegnato lo Spring Media Award alla giornalista Laura Bettini per il contributo alla divulgazione ambientale

Bioeconomia circolare Italia

A Roma, lo Spazio Europa ha ospitato martedì 24 giugno l’Assemblea annuale del Cluster Spring, dedicata alla bioeconomia circolare e al suo potenziale nell’ambito della transizione ecologica e dell’autonomia strategica europea. L’incontro ha rappresentato un’occasione per discutere le prospettive industriali di un settore che coinvolge ricerca, filiere produttive e governance locale.

Catia Bastioli, presidente del Cluster, ha aperto i lavori sottolineando la necessità di politiche capaci di sostenere l’innovazione sistemica, con strumenti adeguati e normative non ancorate a modelli settoriali obsoleti. Secondo Bastioli, serve una visione che valorizzi le eccellenze tecnologiche e territoriali, connettendo i progetti attivi nei diversi contesti per costruire un ecosistema europeo diversificato e resiliente. I cluster locali, in questo processo, possono svolgere un ruolo di supporto cruciale.

Piano BIT II e dimensione economica della bioeconomia

Durante l’assemblea, Fabio Fava, coordinatore nazionale sulla bioeconomia per la Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha illustrato gli obiettivi del Piano BIT II, che punta a incrementare del 15% il fatturato e l’occupazione del settore bioeconomico italiano entro il 2027. Le stime indicano un passaggio da 437,5 miliardi a 503,1 miliardi di euro e da 2 milioni a 2,3 milioni di occupati.

A seguire, Laura Campanini, del Research Department di Intesa Sanpaolo, ha presentato l’11° Rapporto sulla Bioeconomia in Europa, aggiornando i dati relativi al 2024. Nell’Unione Europea a 27, la bioeconomia ha generato un valore di 3.042 miliardi di euro, pari all’8,7% del PIL, con un impatto occupazionale che supera i 17 milioni di addetti. In Italia, l’output si è attestato a 426,8 miliardi di euro, corrispondente al 10% della produzione nazionale e al 7,7% dell’occupazione. Il nostro Paese mostra una specializzazione superiore alla media europea, rappresentando il 14% dell’intero comparto bioeconomico continentale.

Il rapporto evidenzia che il settore agroalimentare costituisce oltre la metà del valore prodotto. Inoltre, una recente indagine condotta su 171 imprese della plastica segnala che circa il 47% utilizza già materie prime bio-based, e il 40% di queste supera il 30% di input naturali nei propri cicli produttivi. Un’attenzione particolare è stata dedicata alle Aree Interne, in particolare quelle del Mezzogiorno, considerate strategiche per la crescita di una bioeconomia inclusiva grazie alla disponibilità di capitale ecologico e produttivo.

Un premio alla comunicazione ambientale

Nel corso della giornata, è stato assegnato il Spring Media Award “Raul Gardini” alla giornalista Laura Bettini, voce di Radio24 e conduttrice del programma “Si può fare”. Il riconoscimento, giunto alla sua terza edizione, premia figure del giornalismo che si sono distinte nella divulgazione della sostenibilità. La motivazione ha evidenziato la capacità della premiata di raccontare con rigore e sensibilità i temi ambientali, dalla crisi climatica alla trasformazione dei modelli economici, ponendo la bioeconomia circolare come elemento centrale del proprio lavoro giornalistico.

Il ruolo dell’Italia nella strategia industriale europea

I lavori si sono conclusi con una tavola rotonda dedicata alla posizione dell’Italia nella costruzione di un’Europa più competitiva e autonoma, anche attraverso la bioeconomia. Il dibattito ha coinvolto rappresentanti del mondo istituzionale, accademico e industriale, tra cui Alberto Gusmeroli (Camera dei Deputati), Alfonso Pecoraro Scanio (Fondazione UniVerde), Antonio Matonti (Confindustria), Francesco De Leonardis (Università Roma Tre), Luigi Scordamaglia (Filiera Italia) e Marta Gomez San Juan (FAO).

A chiudere l’assemblea è stata nuovamente Catia Bastioli, che ha ribadito l’importanza di trasformare la bioeconomia in una vera strategia industriale europea, capace di generare benessere, coesione e autonomia strategica per i territori.

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