Bioplastiche ad Ecomondo 2023: il settore vive un momento chiave per il suo futuro

Luca Bianconi, presidente Assobioplastiche, intervistato da Eco dalle Città all'annuale kermesse di Rimini dedicata alla green economy italiana, traccia il quadro della situazione e guarda al futuro: “Siamo davanti ad un bivio e la strada che si prenderà sarà decisiva per il nostro settore”

Nei mesi scorsi Assobioplastiche ha evidenziato una serie criticità aperte per il settore. Qual è la situazione?

Le preoccupazioni continuano ad essere attuali. Assume sempre più un carattere di urgenza il riconoscimento del valore strategico dell’intera filiera. Ribadiamo per questo la richiesta di assegnazione al nostro comparto di un’apposita classificazione ATECO, in modo da darci riconoscibilità. Altrettanto doverosa sarebbe prevedere un’aliquota IVA agevolata e destinare agli organismi accertatori le risorse ottenute con le sanzioni comminate ai produttori di manufatti illegali. Proprio in questo ambito occorre sottolineare che la presenza di sacchetti non a norma è nettamente in recrudescenza: il tasso dei sacchetti illegali è infatti salito dal 22% del 2021 al 28% del 2022.

E pur non trattandosi di una pratica illegale, rimane ancora aperta una questione che si è venuta a creare dopo l’entrata in vigore della direttiva sulla plastica monouso, la cosiddetta SUP. La questione riguarda i manufatti cosiddetti “riutilizzabili”: basta osservare con attenzione gli scaffali di negozi e supermercati per rendersi conto che stanno proliferando piatti, bicchieri e posate realizzati in plastica tradizionale venduti con la dicitura “riutilizzabile”. Un escamotage tecnico per aggirare la norma che vieta il monouso e offrire prodotti il cui costo di produzione è ovviamente molto più basso.

Abbiamo portato queste istanze in molti tavoli tecnici (associazioni di categoria nazionali, cluster) e politici (commissioni parlamentari). L’ultimo in ordine di tempo è stato quello del gruppo di lavoro sulla bioeconomia presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Tuttavia questo non basta. Occorre raccogliere i frutti di quello che abbiamo fatto in questi mesi con un’azione più incisiva da parte dei decisori politici: ne va del nostro futuro, perché siamo davanti ad un bivio e la strada che si prenderà sarà decisiva per il nostro settore. E speriamo che ci siano segnali positivi sul fronte europeo del regolamento imballaggi, confidando che venga salvaguardato il “modello Italiano” di gestione e riciclo.

A proposito del nuovo Regolamento Imballaggi, Assobioplastiche ha condiviso l’appello delle associazioni imprenditoriali al Presidente del Consiglio dopo il voto in Commissione ENVI del Parlamento Europeo del 24 ottobre 2023. Tuttavia non ritenete che ci sia qualche elemento positivo in questa proposta?

Sì ed è importante difendere quanto di positivo per il settore c’è nell’attuale proposta di regolamento, vale a dire: la compostabilità imposta su tutto il territorio dell’UE per le borse ortofrutta (oltre che per i bollini adesivi ortofrutta e le buste del thè) e la possibilità per i singoli stati di imporre la compostabilità anche sugli shopper. Tuttavia è certamente necessario che vengano rimosse le limitazioni d’uso in relazione agli imballaggi in bioplastica compostabile presenti nell’attuale testo della proposta di regolamento.

Assobioplastiche continuerà a profondere ogni possibile sforzo per evitare che la proposta di regolamento comprometta un settore industriale con tecnologia tutta italiana frutto di ingenti investimenti nella ricerca e nello sviluppo, settore estremamente virtuoso in quanto connesso alla raccolta dell’umido (sacchetti in bioplastica) e alla diffusione importante del riciclo organico nel nostro Paese.

Anche quest’anno avete portato ad Ecomondo la testimonianza di “Bio-plastics Europe”, progetto europeo giunto alla volata finale. Quali sono i risultati ottenuti fino ad ora?

Bio-plastics Europe, lo ricordo, è un progetto finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Horizon 2020. Sotto il coordinamento dell’Università di Amburgo, vede coinvolti 22 partner, tra cui Assobioplastiche. Il progetto, che non ha solo fini di ricerca, si è posto anche nell’ottica di indagare i processi di trasformazione della società, frutto di una nuova e maggiore consapevolezza sull’uso della bioplastica.

Uno dei lavori più interessanti realizzati nel corso di questi anni dal progetto è il manuale dal titolo “Impatti della plastica biobased e biodegradabile sui sistemi di gestione dei rifiuti”. Questo manuale affronta diversi argomenti chiave relativi alle bioplastiche e ai loro impatti sui sistemi di gestione dei rifiuti. Come sottolineato nel manuale, la pianificazione corretta dei sistemi di gestione del fine vita dei prodotti biodegradabili e compostabili è risultata essere una modalità virtuosa per integrare questi materiali in un’ottica di economia circolare. Questo approccio promuove il riciclo dei rifiuti organici, riducendo l’impatto ambientale e favorendo il recupero di materia.

Bio-plastics Europe rappresenta un esempio di sinergia europea nel campo delle bioplastiche: cosa insegna un’esperienza di questo tipo?

Ci insegna che è fondamentale che il mondo scientifico-accademico e quello delle imprese si parlino, collaborino affinchè ci sia una visione, obiettivi comuni e soprattutto condivisi. Così come nel progetto, Assobioplastiche lavora in ambito comunicativo affinché ci sia una corretta informazione. Assistiamo infatti ad una moltiplicazione di ricerche scientifiche ed accademiche nel campo della bioeconomia e delle sue applicazioni. Occorre saper valutare la portata di questi studi e contestualizzarli. Interpretazioni non corrette possono generare incomprensioni nell’opinione pubblica, se non addirittura allarmi ingiustificati, che danneggiano l’immagine di queste nuove filiere produttive.