Un piatto storico della tradizione ligure diventa un simbolo di come si possano ridurre gli scarti in cucina, donando loro nuovo valore. Per questo, il “minestrone alla genovese” proposto dall’Osteria Caccia Ca’ Bugge di Campo Ligure ha ricevuto quest’anno il Premio Piatto dell’Anno, promosso da Biorepack, consorzio nazionale per il riciclo organico degli imballaggi in bioplastica compostabile, in occasione della presentazione alle OGR di Torino dell’edizione 2026 di Osteria d’Italia, storica guida di Slow Food dedicata ai ristoranti caratterizzati da una selezione scrupolosa degli ingredienti e la capacità di valorizzare le produzioni locali d’eccellenza.
“Il minestrone alla genovese – si legge nella motivazione del premio – è un perfetto esempio di cucina ‘antispreco’, che coniuga semplicità e tradizione a sostenibilità perché valorizza gli ingredienti stagionali e gli avanzi. Trasformare ciò che rimane in nuova risorsa significa reagire alla dissipazione come stile di vita e di consumo, a favore di uno sviluppo sostenibile per l’ambiente e le persone.
Biorepack, partner storico di Slow Food, anche quest’anno ha deciso di essere tra gli sponsor delle Osterie d’Italia. “Per noi è una scelta naturale”, spiega Carmine Pagnozzi, direttore generale del consorzio Biorepack. “Con Slow Food ci accomuna la consapevolezza dell’importanza di ridurre lo spreco di cibo e di valorizzare quelle azioni che possono aiutare a conservare la salubrità dei terreni agricoli e di interi ecosistemi dai quali dipende non solo la vita di migliaia di piccoli agricoltori ma anche la nostra sicurezza alimentare”.
Con il suo sostegno alla guida Slow Food, Biorepack vuole porre l’accento in particolare sull’importanza di conoscere e valorizzare gli scarti e l’uso degli imballaggi in bioplastica compostabile, soprattutto nel momento del loro fine vita. Conferiti insieme al resto dei rifiuti organici infatti, questi materiali, tipici esempi della bioeconomia circolare, possono essere trasformati in compost all’interno dei centinaia di impianti di trattamento sparsi in giro per l’Italia. E, così facendo, aiutano a riportare preziosa sostanza organica nei suoli coltivati, consentendo di ridurre la dipendenza dai fertilizzanti chimici. Per di più, i sacchetti in bioplastica compostabile rendono più semplice la raccolta differenziata dell’umido, facilitando la vita dei cittadini e riducendo gli errori di conferimento”.