Gas fluorurati, accordo provvisorio di Parlamento e Consiglio Ue per la riduzione delle emissioni

I gas fluorurati, noti come F-Gas, sono ampiamente utilizzati in una serie di apparecchiature, tra cui frigoriferi, sistemi di aria condizionata, pompe di calore e dispositivi di protezione antincendio. L'attuale accordo, che deve ora essere approvato formalmente dai due Organi prima che possa entrare in vigore, prevede una graduale riduzione dei consumi dall'anno 2024 al 2049, per arrivare alla totale eliminazione degli idrofluorocarburi nel 2050

Il 4 ottobre il Parlamento e il Consiglio dell’Unione Europea hanno raggiunto un accordo provvisorio per la riduzione delle emissioni di gas fluorurati, tra i principali responsabili del riscaldamento globale ma poco conosciuti nonostante il loro ampio utilizzo.

L’accordo pone l’obiettivo ambizioso di eliminare completamente l’uso degli idrofluorocarburi (HFC) entro il 2050, con un piano di riduzione dei consumi nell’Ue che copre il periodo dal 2024 al 2049 (come dettagliato nell’allegato VII del provvedimento). Questa iniziativa, secondo le istituzioni europee, “rappresenta un segnale chiaro per il mercato e contribuirà ad allineare le normative europee con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050”.

Responsabili del rapido esaurimento dello strato di ozono, i più potenti gas fluorurati (utilizzati principalmente nella refrigerazione) clorofluorocarburi (Cfc) e idroclorofluorocarburi (Hcfc), erano stati vietati negli anni ’80 dal Protocollo di Montreal, un trattato internazionale dell’Onu che lasciava aperta la porta solo agli idrofluorocarburi (HfC), meglio noti come gas-F. Questi gas, utilizzati principalmente in frigoriferi e sistemi di aria condizionata, hanno però a quanto pare contribuito al riscaldamento globale molto più di quanto non abbiano fatto le emissioni di anidride carbonica: il loro impatto è fino a 24mila volte superiore a quello delle molecole di Co2, spiega Euractiv.

Il Protocollo è stato poi modificato nel 2016 dall’emendamento Kigali (nome della capitale ruandese, il Paese in cui fu raggiunto il nuovo accordo) nel tentativo di una ulteriore riduzione dei gas-F. Visto che le pompe di calore (uno dei principali alleati nella lotta al cambiamento climatico) sfruttano in gran parte proprio i gas fluorurati per produrre energia, il quadro si è fatto ancora più complicato.

Tra le misure concordate nel nuovo accordo, ci sono alcune tappe fondamentali per eliminare gradualmente l’uso degli F-Gas in settori in cui è tecnicamente ed economicamente possibile passare a delle alternative, come ad esempio nel campo della refrigerazione domestica, del condizionamento dell’aria e delle pompe di calore appunto.

L’accordo prevede restrizioni severe e termini definiti per l’utilizzo di gas fluorurati ad elevato potenziale di riscaldamento globale durante le operazioni di manutenzione o riparazione di diverse categorie di dispositivi.

Bas Eickhout, appartenente al gruppo Verdi/EFA dei Paesi Bassi, ha sottolineato l’importanza dell’accordo raggiunto, evidenziando che fornisce chiarezza alle imprese e, di conseguenza, garantisce stabilità agli investimenti. “Stiamo rompendo il ciclo infinito di nuovi composti chimici che possono portare a tecnologie come pompe di calore e dispositivi di commutazione nel dibattito su PFAS, che sono essenziali per la nostra transizione energetica. Le imprese europee sono già in prima linea nello sviluppo di alternative specifiche agli F-Gas. Questa legge andrà quindi a beneficio del clima e dell’economia europea”, ha concluso Eickhout.

Il Parlamento e il Consiglio devono ora approvare formalmente l’accordo prima che questo possa entrare in vigore.