L’Unione europea fa un passo indietro su un altro obiettivo verde. La Commissione Ue lo scorso weekend ha messo in consultazione, fino al 26 dicembre, una nuova bozza di revisione del regolamento Ecodesign, l’aggiornamento del testo che disciplina gli standard che i prodotti immessi sul mercato europeo devono rispettare: in sostanza, è la norma che decide ciò che può essere venduto ed entrare nelle case dei cittadini e cosa invece è vietato.
Il documento aggiornato rappresenta un cambio di rotta rispetto alla bozza fatta circolare nella primavera del 2023. All’epoca, si prevedeva una messa al bando delle caldaie non efficienti a partire dal 2029, mentre i nuovi parametri cancellano qualsiasi ipotesi di esclusione: i produttori potranno continuare a vendere non solo gli apparecchi a condensazione, che recuperano calore dai fumi, ma anche quelli tradizionali.
Al centro c’è il parametro del “limite minimo di efficienza stagionale“. Questo parametro, nel testo proposto due anni fa, si trovava a un livello così elevato che tutte le caldaie, anche le più moderne, sarebbero state escluse dal mercato, indipendentemente dalle caratteristiche tecniche e dalla possibilità di essere alimentate con combustibili rinnovabili. Se quella bozza fosse passata, dall’1 settembre 2029 nei negozi avremmo trovato solo pompe di calore o sistemi elettrici, che avrebbero escluso chi vive in abitazioni non adatte a queste tecnologie. Il bando riguardava quindi tutte le tipologie di caldaia e questo aveva scatenato dure reazioni dalla filiera termoidraulica: ad oggi in Italia vengono vendute oltre 900mila caldaie all’anno, in buona parte a condensazione. I parametri imposti erano probabilmente irrealizzabili senza causare un terremoto economico e sociale: per questo motivo, il testo era stato messo da parte in attesa della formazione della nuova Commissione europea.
La nuova bozza
Nella nuova bozza, la tabella sui limiti di efficienza è stata pesantemente ritoccata, fissando standard tecnici più bassi che lasceranno sul mercato sia le caldaie a condensazione che quelle tradizionali. Secondo la Energy performance of buildings directive (Epbd), la Commissione europea ha come obiettivo l’eliminazione del gas nel riscaldamento domestico, ma, dopo la decisione di modificare la bozza di revisione del regolamento Ecodesign l’esecutivo dell’Ue ha deciso di non raggiungere questo obiettivo attraverso vincoli normativi: lo scopo sarà affidato alle azioni politiche e di agevolazione dei Paesi europei. Il testo finale del regolamento sarà pubblicato, dopo la consultazione, nella prima parte del 2026: entrerà in vigore dopo due anni, tra la metà del 2028 e l’inizio del 2029.
Bisogna però sottolineare che il regolamento Ecodesign disciplina la commercializzazione dei prodotti e non tocca i target politici fissati dalla Epbd: anche in assenza di un bando sulla commercializzazione di caldaie dal 2029, restano i paletti della direttiva Case green, per cui l’Unione europea aveva stabilito che gli Stati membri dovessero muoversi in prospettiva dell’eliminazione completa delle caldaie alimentate da combustibili fossili entro il 2040. Il target del 2040 è comunque indicativo e, soprattutto, senza il bando del 2029, diventa quasi impossibile da raggiungere.
Soddisfazione per i produttori
A essere soddisfatti della decisione della Commissione europea sono i produttori. “Accogliamo con favore – dice Giuseppe Lorubio, presidente di Assotermica, l’associazione dei produttori di apparecchi e componenti per impianti termici – la retromarcia su una misura folle che abbiamo combattuto dal primo momento perché avrebbe danneggiato irreparabilmente il nostro tessuto industriale e compromesso gli obiettivi climatici comunitari. L’Italia ha un parco installato vecchio, che richiede interventi strutturali e graduali per garantire benefici immediati, ai cittadini in termini di riduzione delle bollette energetiche e all’ambiente in termini di riduzioni delle emissioni. Le caldaie a condensazione sono un elemento imprescindibile di questo disegno, essendo pronte a utilizzare qualsiasi tipo di combustibile rinnovabile e potendo essere integrate da tecnologie quali il solare termico o pompe di calore, nei cosiddetti sistemi ibridi“.











