Cdm approva il nuovo decreto Energia: ecco le misure più importanti

Tra le novità introdotte: un fondo per Regioni e Province Autonome da 350 milioni l’anno fino al 2032 per misure di compensazione e riequilibrio ambientale e territoriale a fronte dell’installazione di impianti rinnovabili in aree idonee; un sistema di incentivazione a installare impianti a fonti rinnovabili rivolto a circa 3800 imprese a forte consumo di energia elettrica come quelle della chimica, del vetro e del tessile; semplificazioni sullo sviluppo delle reti intelligenti e la loro resilienza, nonché di 15 nuovi progetti di teleriscaldamento

Lunedì 27 novembre il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, ha approvato il cosiddetto decreto energia, misura che introduce “disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia, il sostegno alle imprese a forte consumo di energia”.

Il decreto legge opera una riforma delle agevolazioni a favore delle imprese a forte consumo di energia elettrica, in modo da adeguare la disciplina nazionale a quella europea in materia di aiuti di Stato a favore del clima, dell’ambiente e dell’energia 2022. Inoltre, nel quadro delle riforme settoriali previste dalle singole Missioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), si attua una semplificazione amministrativa di alcune procedure in materia energetica, al fine di rimuovere gli ostacoli amministrativi e procedurali che possono condizionare negativamente le attività economiche.

Il provvedimento introduce, in particolare:

un fondo per Regioni e Province Autonome da 350 milioni l’anno fino al 2032 per misure di compensazione e riequilibrio ambientale e territoriale a fronte dell’installazione di impianti rinnovabili in aree idonee;  

un sistema di incentivazione a installare impianti a fonti rinnovabili rivolto a circa 3800 imprese a forte consumo di energia elettrica come quelle della chimica, del vetro e del tessile. Queste potranno vedersi anticipare dal GSE gli effetti della realizzazione di questi impianti, da restituire nei successivi venti anni;  

l’acquisto a prezzo vantaggioso di gas per circa mille aziende gasivore (quali quelle della siderurgia, della carta e del vetro), attraverso il GSE e il rilascio di nuovi titoli per la coltivazione di idrocarburi;

semplificazioni per il geotermoelettrico, in particolare per quanto riguarda l’assegnazione delle concessioni;

Le opere per la costruzione e l’esercizio di terminali di rigassificazione di gas naturale liquido on-shore, nonché le infrastrutture connesse, sono considerate di pubblica utilità, indifferibili e urgenti. Una norma che guarda impianti come quelli di Porto Empedocle e Gioia Tauro.

sostegno all’eolico galleggiante nel Mezzogiorno, con l’individuazione di due aree portuali del Sud per sviluppare investimenti nel settore, funzionali a ospitare piattaforme galleggianti;

un portale digitale con dati e informazioni sullo sviluppo della rete elettrica nazionale;

un sistema transitorio di supporto per garantire il mantenimento in esercizio di impianti alimentati con bioliquidi sostenibili;

la possibilità di autocandidature da parte di enti territoriali a ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, per promuovere la possibilità di una più celere individuazione dell’area di stoccaggio;

misure per il risparmio idrico nelle centrali termoelettriche, con la realizzazione di condensatori ad aria;

semplificazioni sullo sviluppo delle reti intelligenti e la loro resilienza, nonché di 15 nuovi progetti di teleriscaldamento;

interventi normativi e l’avvio di un nuovo studio per valorizzare la filiera della cattura e stoccaggio di carbonio.