Centrali Brindisi e Civitavecchia: Enel conferma uscita dai combustibili fossili. Soddisfazione Wwf

Enel ha annunciato di non voler riconvertire a gas le due grandi centrali a carbone di Brindisi e Civitavecchia. Il WWF Italia insieme a ClientEarth, ong che promuove cause legali per la difesa del clima e dell’ambiente, aveva contestato la decisione delle autorità italiane di permettere a Enel di costruire una nuova centrale a gas di grandi dimensioni per sostituire la centrale a carbone Federico II, che deve essere dismessa entro il 2025. Il desiderio ora è che il progetto venga ufficialmente ritirato

Una veduta della centrale termoelettrica Federico II di Cerano (Brindisi) in una foto del 27 maggio 2017. ANSA/ ANDREA GIANNETTI

Il WWF Italia esprime soddisfazione per la decisione di Enel, annunciata contestualmente al Piano industriale, di non voler riconvertire a gas le due grandi centrali a carbone di Brindisi e Civitavecchia. “Il cambio di direzione conferma che la transizione energetica per il settore elettrico sta andando molto veloce – dice l’associazione in una nota – e ogni investimento in nuove infrastrutture a gas costituisce un rischio e non un vantaggio anche dal punto di vista industriale”.

Il WWF Italia insieme a ClientEarth, ong che promuove cause legali per la difesa del clima e dell’ambiente, aveva contestato la decisione delle autorità italiane di permettere a Enel di costruire una nuova centrale a gas di grandi dimensioni per sostituire la centrale a carbone Federico II, a Brindisi, che deve essere dismessa entro il 2025. WWF e ClientEarth si aspettano ora che il progetto venga ufficialmente ritirato.

Commentando la notizia, Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia ha dichiarato: “Ora dobbiamo lavorare per la Giusta Transizione con le comunità di Brindisi e Civitavecchia e con tutti gli attori in campo, a cominciare naturalmente da Enel. Ci auguriamo che il Ministero per le Imprese e il Made in Italy svolga un ruolo propulsivo in tal senso e apra a tutti gli stakeholders il tavolo di coordinamento svolto il 9 novembre. Ricordiamo che il coinvolgimento non solo delle istituzioni, ma delle forze sociali vive è essenziale e ha già prodotto esempi positivi di progettazione partecipata (eolico offshore) a Civitavecchia. L’importante è entrare nel merito con il coinvolgimento della comunità e delle forze vive della società. Occorre mettere a punto un metodo e questo sarà essenziale man mano che la transizione affronterà nodi anche più grossi, in modo da minimizzarne l’impatto sociale e massimizzare le opportunità che devono essere colte oggi e non domani. Le comunità di Brindisi e Civitavecchia hanno sofferto molto, in termini di inquinamento e di impatti su salute, natura e altre attività economiche: ora devono diventare un esempio per l’economia a carbonio zero e rispettosa della natura”.

Bellinda Bartolucci, avvocato di ClientEarth, ha dichiarato: “Con questo annuncio, l’amministratore delegato di Enel ha confermato che il gas fossile non è un investimento sicuro e non ha posto nel nostro futuro mix energetico. Una nuova centrale a gas non farebbe altro che costringere l’Italia a dipendere da un combustibile fossile costoso e inquinante e a creare danno nelle comunità e nella natura – ed è per questo che all’inizio di quest’anno, con il WWF, abbiamo intrapreso un’azione legale contro le autorità italiane per aver dato il via libera al progetto Enel di riconversione a gas.  Ci aspettiamo che ora Enel formalizzi la decisione, ritirando ufficialmente il progetto. Altre aziende devono guardare a decisioni come questa e rendersi conto che oggi puntare su infrastrutture a gas comporta grossi rischi per gli investimenti, tanto più con l’accelerazione della crisi climatica. Questa lungimiranza è vitale per i lavoratori, gli azionisti e il pianeta”.