
L’Europa rischia di perdere la propria leadership nell’economia circolare, vanificando i progressi ottenuti negli ultimi anni. È l’allarme lanciato dal Circular Economy Network (CEN), che ha presentato alla Commissione Europea un position paper in vista del nuovo Circular Economy Act, la normativa attesa entro la fine del 2026 per la creazione di un mercato unico europeo delle materie prime seconde.
Secondo il CEN, il tasso di circolarità europeo è fermo all’11,8%, cresciuto di appena un punto in tredici anni, mentre la crisi del riciclo delle plastiche e la dipendenza dalle importazioni continuano a frenare la competitività del sistema produttivo europeo.
“Nonostante il ruolo da protagonista dell’Unione Europea, i progressi verso una maggiore circolarità sono ancora troppo lenti – osserva Edo Ronchi, presidente del Circular Economy Network –. Continuiamo a essere una delle aree del mondo con il più alto consumo di risorse, elevata produzione di rifiuti e forte dipendenza dalle importazioni, soprattutto di materie prime critiche e strategiche.”
In questo contesto, anche l’Italia mostra luci e ombre: con un tasso di circolarità del 20,8% nel 2023, quasi il doppio della media Ue, il Paese resta comunque fortemente dipendente dalle importazioni (46,6% del fabbisogno), contro una media europea del 22,4%.
Il documento del CEN indica come priorità assoluta la creazione di un mercato unico europeo per le materie prime seconde, superando gli attuali ostacoli normativi e regolamentari che limitano la libera circolazione dei materiali riciclati tra gli Stati membri.
“Realizzare al più presto un mercato unico europeo per le materie prime seconde è fondamentale per rafforzare la competitività industriale e ridurre la dipendenza dalle importazioni – ha aggiunto Ronchi –. Solo così sarà possibile centrare gli obiettivi del Clean Industrial Deal e rendere l’economia europea più resiliente e a basse emissioni.”
Il position paper individua due linee d’azione prioritarie per Bruxelles e per i governi nazionali:
- Rendere operative e coerenti tra loro le misure già approvate, come il regolamento sull’ecodesign, la direttiva sul diritto alla riparazione, la revisione della direttiva rifiuti e la normativa sulle materie prime critiche;
- Varare nuove politiche industriali e fiscali per sostenere la domanda e l’offerta di materiali riciclati, incentivando l’uso efficiente delle risorse e favorendo la creazione di un mercato comune realmente funzionante.
Il documento propone inoltre una strategia integrata articolata su quattro assi: produzione, consumo, mercato e fiscalità. Tra le azioni indicate figurano investimenti in impianti moderni e tecnologie efficienti, quote minime di contenuto riciclato, standard comuni di qualità, incentivi per le Materie Prime Seconde certificate, e riduzione dei costi energetici per le imprese del riciclo.
Il CEN chiede infine che il nuovo Circular Economy Act includa una fiscalità verde armonizzata, norme End of Waste uniformi in tutta l’Ue e strumenti di debito comune europeo per finanziare la transizione.
“L’Europa deve rimuovere gli ostacoli burocratici e normativi che frenano la circolazione dei materiali riciclati – conclude il documento –. Solo un quadro comune e stabile potrà garantire la crescita del mercato delle materie prime seconde e sostenere la transizione verso una vera economia circolare.”










