Commissione interministeriale per la revisione del Codice ambientale, associazioni scrivono al Governo

Sedici organizzazioni del terzo settore che si occupano di ambiente, cambiamenti climatici, qualità dell’aria, protezione animale hanno mandato una lettera al Ministro dell’Ambiente, Pichetto Fratin, e alla Ministra per le riforme istituzionali, Alberti Casellati, perché fortemente preoccupati dalla recente istituzione di una Commissione interministeriale che intende rivedere tutta la normativa ambientale. Il motivo è la scarsa trasparenza dell'ente, di cui non si capiscono obiettivi e materie di competenza. Dubbi anche sui componenti e sui loro curricula

Mercoledì 13 dicembre 2023, 16 organizzazioni del terzo settore che si occupano di ambiente, cambiamenti climatici, qualità dell’aria, protezione animale e processi decisionali trasparenti e inclusivi hanno mandato una lettera al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Pichetto Fratin, e alla Ministra per le riforme istituzionali, Alberti Casellati, perché fortemente preoccupati dalla recente istituzione di una Commissione interministeriale che intende rivedere tutta la normativa ambientale

Il motivo è la scarsa trasparenza della suddetta Commissione interministeriale, istituita “per il riassetto e la codificazione delle normative vigenti in materia ambientale”. Le associazioni scrivono che “non si capisce su quali specifiche materie debba lavorare la Commissione perché la normativa ambientale è molto ampia. Non è inoltre chiaro sulla base di quale criterio siano stati scelti alcuni componenti della Commissione non essendone stati pubblicati i curriculum vitae che ne comprovino la professionalità, l’esperienza e le competenze sui temi oggetto delle modifiche normative, richieste peraltro dall’Art.4 comma 3 del Decreto ministeriale del 7 novembre 2023 di nomina della stessa Commissione”. 

Le richieste delle 16 associazioni sono: 

  1. il chiarimento delle materie e degli obiettivi su cui la Commissione sarà chiamata a lavorare;
  2. la pubblicazione dei curricula dei membri del Comitato della Commissione e degli Esperti;
  3. l’individuazione di forme di coinvolgimento sostanziale, nei lavori della Commissione, delle organizzazioni della società civile aventi titolo e interesse, a partire dalle firmatarie della presente lettera;
  4. una rivalutazione della tempistica dei lavori prevista dal Decreto, che appare davvero eccessivamente rapida rispetto alla delicatezza e complessità della materia in oggetto.

“Le crisi climatiche, energetiche e ambientali oggi sono fonte di grande preoccupazione nella popolazione. Garantire chiarezza, trasparenza e partecipazione nell’istituzione di una Commissione che intende rivedere la normativa ambientale, così come garantire trasparenza negli incontri con i portatori d’interessi è sicuramente un modo per instaurare fiducia” dichiara Federico Anghelé di The Good Lobby Italia.