La condizione dei richiedenti asilo è diventata più difficile, soprattutto all’inizio. Fino a poco tempo fa chi arrivava veniva bene o male assegnato a un Centro di Accoglienza. Magari doveva passare qualche giorno in un hub, un centro di smistamento. Ma aveva il posto, vitto e alloggio. Adesso, almeno a Torino, lo mettono in lista di attesa e al massimo gli danno l’indirizzo dei dormitori comunali. L’ attesa dura parecchi mesi.
Coordinando gli Ecomori, i richiedenti asilo africani che collaborano con Eco dalle Città nei mercati, siamo dentro queste realtà e le loro contraddizioni. N. è arrivato dal Marocco, ha chiesto asilo pur sapendo che sarà difficile (è paese considerato “sicuro”) e si è buttato a capofitto nella comunità marocchina, ricavandone un lavoro con orario massacrante e malpagato come aiutante al mercato, ma anche un posto letto. Ora si concentra sulla scuola per imparare anche l’italiano (sa già inglese e francese) e su un tirocinio part time con Eco dalle città, (che consiste nel recupero delle eccedenze di ortofrutta ai mercati e altri progetti ecosociali, tanto per ripeterlo).
Ancora più clamoroso è stato il caso di O., che è arrivato da un paese dell’Africa nera avendo già studiato parecchio l’italiano e con un visto per studio. Ma appena arrivato ha realizzato quanto già sospettava – e cioè di non potersi mantenere come studente -, così ha chiesto asilo, solo per realizzare qualcosa che invece non poteva aspettarsi: non c’era posto nelle accoglienze. Dopo qualche notte passata tra addiaccio e dormitori ha conosciuto un connazionale che lo ospita di nascosto, in un appartamento condiviso. Dormono nello stesso letto, non per ragioni affettive ma perché è l’unico, e O. può stare in casa solo la notte, a dormire. Di giorno ha mangiato alle mense per poveri, tutt’ora ne fa uso, e per farla breve è riuscito a campare quasi quattro mesi con i 200 euro che aveva.
La tentazione del denaro facile non ha fatto presa su questi due ragazzi, per assurdo è più facile che faccia presa su chi ha i genitori in Italia. Il governo che abbiamo ha fatto di tutto per ridurre la possibilità di accettare le domande di asilo, con la conseguenza paradossale di riempire i centri di accoglienza! Questo perché chi è stato bocciato (dalle Commissioni, quindi in prima istanza) ha diritto al ricorso, i Tribunali sono intasati, si aspetta anni prima della sentenza e il governo non può togliere il diritto di aspettare nei Centri di Accoglienza.
E poi cosa succede? L’ altra buona notizia è che Tribunali illuminati come quello di Torino stanno decidendo di dare comunque un permesso di soggiorno a chi dimostra di essere in percorsi di integrazione, facendo riferimento alla Costituzione e al diritto europeo. Quindi c’è speranza anche per chi viene dai paesi “sicuri”. Ci vuole pazienza, e ovviamente tutto sarebbe meglio per tutti (per i migranti e per l’ Italia) se ci fossero più solidarietà e innanzitutto più attenzione. Nel pezzo che avete appena letto c’erano due storie e due notizie, che non ho letto ancora, spero si sia capito.