Lunedì 19 maggio alle ore 17.00, presso la Casa della Solidarietà “Stefano Rodotà” in via degli Equi 16 (San Lorenzo), si terrà l’incontro pubblico “Il ciclo dei rifiuti a Roma: iniziative e proposte”. Con la partecipazione di Paul Connett, fondatore di Zero Waste e professore emerito della St. Lawrence University e del presidente di Zero Waste Italy Rossano Ercolini, comitati e associazioni impegnati contro la realizzazione dell’inceneritore di Santa Palomba presenteranno un documento unitario per chiedere la revisione anticipata del Programma nazionale di gestione dei rifiuti.
“Sulla nostra proposta invitiamo tutti a dare il proprio contributo per migliorarla. Una volta consolidato il testo, a giugno procederemo a raccogliere le adesioni“, commenta a Eco dalle Città Marco Alteri, referente di Rete Tutela Roma Sud.
“Facciamo appello alle filiere del riciclo, alle associazioni dei consumatori, alle aziende, agli enti di ricerca, alle associazioni ambientaliste, agli enti locali, ai docenti universitari, alle associazioni civiche, ai parlamentari e ai consiglieri regionali di tutta Italia di sottoscrivere la seguente richiesta“, si legge sulla proposta.
“Chiediamo – specifica la proposta – al Governo e al Parlamento di anticipare la revisione del Programma Nazionale di Gestione dei Rifiuti, rivedendo la “termovalorizzazione senza pretrattamento” tra le soluzioni da realizzare”
Sotto accusa è la scelta italiana di puntare ancora sugli inceneritori. “Una scelta in controtendenza rispetto agli orientamenti europei, che considerano questa opzione al penultimo posto nella gerarchia dei rifiuti e in fase di dismissione”.
“L’economia lineare è un modello insostenibile, che da decenni la comunità scientifica invita a superare”, si legge nel testo. Non solo. “La scelta di puntare sull’incenerimento, specie in un Paese povero di materie prime come il nostro, produce una serie di effetti negativi”. Tra questi – spiega la proposta -, vincoli trentennali che obbligano i Comuni a garantire un certo quantitativo di rifiuti agli impianti, a scapito delle filiere del riciclo e delle nuove tecnologie. “I consumatori pagheranno di più per lo smaltimento, mentre il riciclo verrà penalizzato per mancanza di materia prima”.
L’incenerimento, sottolineano gli autori, è anche altamente inquinante: “Produce 700/800 grammi di CO₂ per ogni KWh, contro i 250 grammi del mix energetico europeo”. La Danimarca – con 23 inceneritori per appena 6 milioni di abitanti – ha annunciato un piano di riduzione del 30% in dieci anni. “Ne chiuderà 7 per investire nella raccolta differenziata”. In più – spiega il testo -, mentre in Danimarca si continua a importare rifiuti per tenere in vita gli impianti, in Slovenia, “senza inceneritori e senza l’intenzione di costruirne”, in dieci anni la raccolta differenziata è passata dal 3% al 70%.