Cop26, è iniziata la seconda settimana | Il bollettino dell’Italian Climate Network

Pubblichiamo il bollettino dell'ong Italian Climate Network, partner tricolore di 350.org e membro del Climate Action Network Europe, presente alla Cop26 in corso a Glasgow, scritto a cavallo tra la prima e la seconda settimana del summit: "Con gli impegni presi dai Paesi durante la prima settimana di COP26 per la prima volta si potrebbe rispettare uno dei due obiettivi dell’Accordo di Parigi, quello di mantenere l’incremento della temperatura media globale entro i +2°C alla fine del secolo rispetto al periodo preindustriale"

Pubblichiamo il bollettino dell’ong Italian Climate Network, partner tricolore di 350.org e membro del Climate Action Network Europe, presente alla Cop26 in corso a Glasgow, scritto a cavallo tra la prima e la seconda settimana del summit:

di Francesca Casale, Volontaria di Italian Climate Network a COP26 e Jacopo Bencini, Policy Advisor e UNFCCC Contact Point

Agli annunci hanno fatto seguito le analisi. Da quanto pubblicato nei giorni scorsi dall’Agenzia Internazionale per l’EnergiaClimate AnalyticsScienceClimate Resource (tra le principali fonti) i nuovi impegni porterebbero a raggiungere un picco di incremento delle temperature medie di +1.9°C per poi scendere a +1.8°C proprio a fine secolo.

(fonte: Climate Resource, 2021)

Si è però ancora molto lontani dal rispettare l’altro obiettivo di Parigi – quello di contenere l’incremento delle temperature entro +1,5°C – lo stesso obiettivo che i Paesi più inquinanti si sono comunque dati durante il G20 all’inizio del mese. Dalle proiezioni disponibili, la probabilità di un incremento medio delle temperature superiore a +1.5°C è ancora del 90%, soprattutto perché gli impegni presi o annunciati sono a lungo termine, mentre per rispettare questo obiettivo più stringente sarebbe necessario iniziare subito a ridurre drasticamente le emissioni di gas climalteranti. Guardando al 2030 come tappa intermedia, infatti, emerge che il gap tra quanto necessario ridurre e quanto promesso è ancora del 70% rispetto alle emissioni previste.

Con tutti i caveat del caso, il ritorno di una prospettiva inferiore ai +2°C rappresenta comunque una notizia storica, perché dall’analisi degli NDC presentati fino ad inizio ottobre le proiezioni indicavano una traiettoria ben diversa, verso un incremento medio delle temperature di +2,7°C. Questi impegni, tuttavia, devono ora essere messi in pratica il prima possibile per concretizzare scenari che ad oggi sono solo, appunto, previsioni di massima.

Di seguito i principali impegni presi da alcuni Paesi durante questa settimana di COP26:

  • NET ZERO: Cina e India si sono impegnate ad arrivare a emissioni nette zero rispettivamente al 2060 e al 2070.
  • NUOVI NDC: 11 Paesi hanno aggiornato il loro NDC in maniera più ambiziosa.
  • 30% DI EMISSIONI DA METANO ENTRO IL 2030: circa 100 Paesi fanno ora parte del Global Methane Pledge proposto da UE e USA per ridurre del 30% rispetto al 2020 le emissioni di metano entro il 2030.
  • STOP ALLA DEFORESTAZIONE: 110 Paesi hanno aderito alla “Glasgow Leader Declaration on Forest and Land Use” per fermare la deforestazione al 2030.
  • STOP A NUOVI INVESTIMENTI OLTREMARE IN OIL&GAS: alcuni Paesi e istituti finanziari (tra cui USA, Canada, UE, European Investment Bank, East African Development Bank) hanno deciso di fermare i sussidi pubblici a nuovi investimenti in combustibili fossili (se non compensati da cattura e stoccaggio) entro il 2023; l’Italia ha firmato all’ultimo momento.
  • STOP A NUOVE CENTRALI A CARBONE: accordo multilaterale sull’uscita dal carbone (no a nuove centrali, sia nel proprio paese che all’estero) entro gli anni ’30 del secolo per i paesi sviluppati, entro gli anni ’40 per i meno sviluppati; hanno aderito tra gli altri Cile, Germania, Polonia, ma non USA, Cina, e India.

Importante ricordare che gli impegni elencati riguardano solo alcuni gruppi di paesi e non tutti i firmatari UNFCCC; l’impatto delle misure illustrate può essere pertanto più o meno importante secondo quali Paesi hanno aderito e quali no. Su questo e sulle posizioni britannica e italiana abbiamo scritto qualche giorno fa.

Oltre agli impegni multilaterali ed alle promesse dei singoli Paesi nelle sale è proseguito il negoziato tecnico.

La prima settimana si è conclusa con la lunga plenaria finale di sabato sera (6 novembre), durata fino ad oltre mezzanotte, dalla quale è emerso che nonostante timidi passi avanti su molte questioni, molto rimane da fare nella seconda settimana. Si cerca, in molti casi, di chiudere discussioni annose tramite la spinta politica che tradizionalmente caratterizza la seconda settimana di negoziato, con l’arrivo dei Ministri e conseguenti “strappi” negoziali più propri della politica in senso stretto.

Tra gli argomenti sui quali, nell’avviso di molti negoziatori, si potrà arrivare ad una soluzione condivisa solo tramite accordi politici segnaliamo finanza climatica, Articolo 6 e meccanismi di mercato, trasparenza e orizzonte temporale degli NDC. Sostanzialmente tutti i temi caldi di questa COP26.

Da segnalare che i negoziatori impegnati sui temi della finanza e della trasparenza hanno entrambi segnalato la necessità di proseguire per via tecnica almeno ancora per qualche giorno prima di passare i testi in bozza ai Ministri, così da poter meglio rifinire le varie opzioni.