Cop28: i negoziati proseguono, verso lo slittamento della conclusione

Riunioni e negoziati proseguono alla ricerca di convergenze e compromessi che possano portare a un consenso unanime sulla bozza che ha diviso i 197 Paesi più l'Unione Europea soprattutto sul 'phaseout' (uscita graduale) dai combustibili fossili, termine che è stato tolto nell'ultima versione. Questo porterà inevitabilmente, e del resto come quasi tutte le altre Conferenze delle Nazioni Unite sul clima, a uno slittamento della deadline

associazioni ambientaliste COP28

Nel giorno di chiusura ufficiale della Cop28 a Dubai permangono divisioni sull’ultima bozza di accordo finale proposta ieri (lunedì 11 dicembre, ndr) dal presidente Sultan Al Jaber e questo porterà inevitabilmente, e del resto come quasi tutte le altre Conferenze delle Nazioni Unite sul clima, a uno slittamento della deadline.

Riunioni e negoziati proseguono alla ricerca di convergenze e compromessi che possano portare a un consenso unanime sulla bozza che ha diviso i 197 Paesi più l’Unione Europea soprattutto sul ‘phaseout’ (uscita graduale) dai combustibili fossili, termine che è stato tolto nell’ultima versione.

Fonti fossili che sono stati citati per la prima volta nel testo ma con la formula ‘phasedown’ (riduzione graduale) delundendo molti, soprattutto l’Ue, i Paesi in via di sviluppo fra cui molti africani, le piccole isole stato, che soffrono più di tutti gli effetti disastrosi dei cambiamenti climatici provocati, secondo la scienza, soprattutto dalle emissioni di petrolio, carbone e gas. E un altro aspetto del nodo sulle fonti fossili è contenuto nel termine ‘unabated’ che vuol dire lavorato in impianti che non dispongono di sistemi di cattura-stoccaggio o cattura-utilizzo di anidride carbonica. Il che vuol dire che le emissioni persistono.

Secondo alcuni osservatori dei lavori, la bozza di Al Jaber ha provato a spaccare proprio questa alleanza di circa 120 Paesi pensando agli interessi dei petrol-stati in Africa e che ci fosse l’appoggio della Cina. Che, invece, non si è ancora mossa in attesa di capire le dinamiche per intervenire successivamente. Del resto Al Jaber ha detto: “Questa è la mia proposta, se non va bene aspetto le vostre, la mia porta è aperta”. Così facendo capire anche ai Paesi dell’Opec contrari al phaseout (Arabia Saudita in testa) di averci provato a formulare una proposta che tenesse conto della loro posizione. Stamattina, fra le varie riunioni, c’è stata quella dell’Unione europea (con il commissario al Clima Hoekstra e la vice presidente della Spagna, Paese che ha la presidenza di turno dell’Ue, Ribera) con il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, che proprio ieri aveva esortato le parti “a un compromesso e alla flessibilità per la soluzione”.

(ansa)