La Cop30 non è stata quella “della verità”: nessun accordo sull’uscita dai fossili

Ha chiuso i battenti sabato 22 novembre la Cop30 di Belém, confermando la scarsa ambizione globale nell'affrontare la crisi climatica. C'era la speranza, più che l'aspettativa concreta, che le decisioni finali includessero un esplicito riferimento all'eliminazione graduale dei combustibili fossili e invece nulla. Il presidente del Brasile Lula aveva aperto il vertice dichiarando che sarebbe stata "la Cop della verità". Evidentemente così non è stato, anche se sono state prese alcune decisioni significative

Ha chiuso i battenti sabato 22 novembre la Cop30 di Belém, confermando la scarsa ambizione globale nell’affrontare la crisi climatica. C’era la speranza, più che l’aspettativa concreta, che le decisioni finali includessero un esplicito riferimento all’eliminazione graduale dei combustibili fossili, la cui combustione produce la maggior parte delle emissioni che riscaldano il pianeta e accelerano le condizioni meteorologiche estreme, e invece nulla.

Prima della plenaria finale, lo scienziato brasiliano Carlos Nobre aveva avvertito: il consumo di combustibili fossili deve scendere a zero al più tardi entro il 2045, per evitare l’aumento della temperatura globale fino a 2,5°C entro la metà del secolo, che avrebbe effetti catastrofici su tanti numerosi ecosistemi mondiali.

Il presidente del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, aveva aperto il vertice dichiarando che sarebbe stata “la Cop della verità“. Evidentemente così non è stato, anche se sono state prese alcune decisioni significative. Le principali sono: finanza su larga scala, mobilitazione di 1,3 trilioni di dollari all’anno entro il 2035 per l’azione per il clima; aumento dell’adattamento, doppio finanziamento dell’adattamento entro il 2025 e triplo entro il 2035; fondo perdite e danni, cicli di operatività e rifornimento confermati; nuove iniziative, lancio del Global Implementation Accelerator e della missione Belém a 1,5°C per guidare l’ambizione e l’implementazione; disinformazione climatica, impegno a promuovere l’integrità delle informazioni e contrastare le false narrazioni.

Nella riunione finale, il presidente della Cop, André Corrêa do Lago, ha riconosciuto il fallimento sui combustibili fossili rivolgendosi ai più ambiziosi: “Sappiamo che alcuni di voi avevano maggiori aspettative per alcune questioni. So che la società civile giovanile ci chiederà di fare di più per combattere il cambiamento climatico. Voglio riaffermare che cercherò di non deludervi durante la mia presidenza”.

Tuttavia do Lago ha annunciato che sui fossili è previsto un piano per iniziare una tabella di marcia di generico “allontanamento in modo giusto, ordinato ed equo”. Oltre 80 paesi, tra cui Colombia, Germania e Kenya, avevano caldeggiato un piano d’azione concreto per dare seguito al precedente impegno, duramente conquistato, di abbandonare carbone, petrolio e gas. Ma l’idea ha incontrato forti resistenze da parte della Cina e di alcuni stati petroliferi come l’Arabia Saudita e altri, e non è stata inserita nel documento finale.

Un’altra tabella di marcia riguarda i modi per invertire e fermare la deforestazione.

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