Coronavirus: come la pandemia ha innescato la rivoluzione ciclistica europea

Da Bucarest a Bruxelles, da Lisbona a Lione, la pandemia di coronavirus ha innescato investimenti senza precedenti nella mobilità su due ruote in tutta Europa. In Italia è Milano la città che fino ad oggi si è spesa di più realizzando nuove ciclabili

Dall’inizio della pandemia in Europa è stato speso più di un miliardo di euro per infrastrutture legate alla bicicletta e sono stati realizzati 2.300 km di nuove piste ciclabili. “La mobilità ciclistica è stata una grande vincitrice” – afferma Jill Warren della European Cycling Federeation con sede a Bruxelles – “ha mostrato il suo grande potenziale ma anche il fatto che possa cambiare le abitudini delle persone e le città”. Ma per cosa sono stati spesi tutti questi soldi? E quali potrebbero essere gli impatti a lungo termine di questo investimento? Di seguito il punto su alcune delle principali città europee.

Milano cambia direzione
Milano è stata tra le prime città in Europa a investire sulle biciclette a causa del coronavirus. Sono stati realizzati 35 km di nuove piste ciclabili, anche se molte sono temporanee. La maggior parte delle persone che ora utilizzano la bici per i propri spostamenti, prima utilizzavano i mezzi pubblici e avevano la necessità di trovare un’alternativa per evitare i luoghi affollati. Secondo i dati comunali, se prima della pandemia, si contavano 1.000 passaggi di ciclisti, tra le vie principali dello shopping, ora se ne contano 7.000.
Questo cambiamento è senz’altro dovuto a due fattori: la volontà di cercare mezzi alternativi al trasporto pubblico per evitare le situazioni di affollamento e di possibili contagi e gli incentivi statali per l’acquisto di biciclette e monopattini. Incentivi che devono che dovrebbero arrivare il 3 novembre.

Coronavirus: come la pandemia ha innescato la rivoluzione ciclistica europea

Parigi è in prima linea
Da inizio pandemia, nella capitale francese sono stati investiti 20 milioni di euro per la mobilità dolce. Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso si è registrato un aumento di ciclisti pari al 27%. Anche in questo caso gli incentivi statali per le bicilette hanno spinto molti a scegliere la bici come mezzo di trasporto. Ma a Parigi si lavora anche a livello culturale per far sviluppare nei cittadini una vera e propria cultura ciclistica, tanto che il governo ha anche predisposto corsi gratuiti per insegnare alle persone di ogni età ad andare in bici.

Una battaglia in salita a Bruxelles
Più a nord, a Bruxelles, sono stati installati 40 km di piste ciclabili lungo alcune delle strade più trafficate della città.
Al fine di liberare spazio in modo da poter rispettare le regole di distanziamento sociale, esiste una zona in cui pedoni e ciclisti hanno la priorità sulle auto. Anche i limiti di velocità sono stati reintrodotti in tutta la città.
Ad aprile, il ministro regionale dei trasporti Elke Van den Brandt ha scritto una lettera aperta ai residenti chiedendo loro di evitare i trasporti pubblici.
E sembra che le ultime misure abbiano incoraggiato le persone a iniziare a pedalare. L’uso della bicicletta è aumentato del 44% rispetto allo scorso anno. Questo incremento ha però portato degli imprevisti, infatti, a Bruxelles i negozi di bicilette sono stati presi d’assalto e ora ci vogliono almeno due mesi per averne una nuova. 

La mobilità ciclistica cresce ad Amsterdam
A differenza della maggior parte delle grandi città, Amsterdam aveva già un’infrastruttura ciclabile molto prima della pandemia. La capitale olandese ha notoriamente più biciclette che persone e 767 km di piste ciclabili ben consolidate.

Ma l’impatto del coronavirus sulla mobilità urbana è stato di vasta portata e ha cambiato anche la capitale olandese. Alcuni produttori di bici hanno venduto in pochi mesi lo stesso numero di biciclette che di solito vendono in due anni. L’e-bike è ora il tipo di bicicletta più venduto nei Paesi Bassi. E anche le vendite di cargo bike sono aumentate del 53% dall’inizio della pandemia.

Quanto durerà l’amore per la bicicletta?
Una pandemia è in grado di far cambiare le abitudine delle persone molto rapidamente e la bicicletta si sta rivelando la scelta preferita da sempre più persone per evitare situazioni affollate. Secondo Jill Warren, perché questo trend positivo continui, servono investimenti, una volontà politica e il sostegno dei cittadini e non ultimo, occorrerà il coraggio da parte dei politici a rendere permanenti quelle soluzioni che per il momento sono solo temporanee.