Crisi climatica, il WWF sul rapporto ONU: “Va fatto molto di più per ridurre le emissioni del 43% entro il 2030”

A fronte del nuovo rapporto delle Nazioni Unite che ha analizzato i piani climatici di 195 Paesi, evidenziando come questi siano inadeguati rispetto all'obiettivo di ridurre le emissioni del 43% entro il 2030, il WWF ha rilasciato delle dichiarazioni su come sia necessario un cambio di rotta. Infatti, secondo il rapporto, al momento le emissioni entro il 2030 aumenteranno dell'8,8% (nel 2022 la previsione era del 10,6%). Secondo il WWF: "Alla COP28 il mondo si dovrà unire nella volontà di aumentare le ambizioni, di lavorare insieme, di realizzare gli impegni, di trasformare le nostre società e di aiutare chi ha bisogno, per il bene della casa comune che condividiamo. Abbiamo provato sulla nostra pelle , anche in Italia, cosa sono i Loss and Damage, le perdite di vite umane e i danni, di cui parlano nei negoziati climatici"

Une ferme partiellement inondée par les eaux du Danube, près du village bavarois de Deggendorf au sud de l'Allemagne

Dopo la pubblicazione del nuovo rapporto delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico che ha analizzato i piani climatici nazionali (NDC) di 195 Paesi, confermando quanto si è ancora ben lontani dall’assunzione di posizioni e sforzi necessari alla limitazione del riscaldamento globale entro 1,5°C, il WWF ha prontamente diffuso delle dichiarazioni di sostegno a quanto denunciato nel rapporto.

Infatti, in linea con il contenuto del rapporto l’Associazione ha ribadito come: “Anche se venissero attuati gli ultimi piani climatici nazionali disponibili, con gli impegni attuali le emissioni aumenterebbero di circa l’8,8%: si tratta di un miglioramento marginale rispetto al 10,6% individuato nel rapporto del 2022. Il mondo deve fare molto di più e ridurre le emissioni globali di almeno il 43% entro il 2030”.

“Che cos’altro serve al mondo per svegliarsi? – ha dichiarato Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia – Il 2023 sarà l’anno più caldo mai registrato, anticipano gli scienziati. E già abbiamo visto temperature record, di gran lunga più calde delle precedenti, con una sfilza di eventi estremi che hanno funestato persone e comunità in tutto il mondo. Abbiamo provato sulla nostra pelle, anche in Italia, cosa sono i Loss and Damage, le perdite di vite umane e i danni, di cui parlano nei negoziati climatici. Abbiamo capito che la crisi climatica non guarda in faccia a nessuno, colpisce tutti, a cominciare dai più fragili. Alla COP28 il mondo si dovrà unire nella volontà di aumentare le ambizioni, di lavorare insieme, di realizzare gli impegni, di trasformare le nostre società e di aiutare chi ha bisogno, per il bene della casa comune che condividiamo.”

“L’aumento di ogni frazione di grado – continua la nota del WWF – mette a rischio sempre più vite, ecosistemi ed economie. Questo messaggio non è mai stato così chiaro come quest’anno, in cui tutti i record delle temperature sono stati infranti, lasciando una scia di devastazione in tutto il mondo. Una delle decisioni della COP28 sarà il percorso e i piani per un’azione climatica ambiziosa delineati nel Global Stocktake, un filone di lavoro pensato proprio per delineare il prossimo ciclo di piani climatici nazionali”.

“Il Global Stocktake deve aiutare a colmare il divario tra quello che i Paesi stanno programmando di fare e ciò che realmente deve essere fatto per limitare il riscaldamento globale a 1,5℃- ha concluso Mariagrazia Midulla-. È un confronto che vedrà l’apporto di tutte le componenti istituzionali, sociali ed economiche: dal loro impegno e dalla leadership dei Governi deve venire quella risposta alla crisi climatica galoppante che i cittadini e i popoli chiedono e che ancora è ben lontana dall’essere sufficiente”.