Crisi climatica in Italia: il Wwf critica i ritardi del governo dopo le alluvioni

Durante la COP30 in Brasile, il Paese affronta nuovi eventi estremi nel Centro-Nord. Il Wwf denuncia la mancanza di azioni concrete su adattamento e riduzione delle emissioni e chiede di destinare le risorse alla sicurezza del territorio e alle energie rinnovabili

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Con l’Italia nuovamente colpita da piogge intense, frane e alluvioni, torna al centro del dibattito la necessità di un’azione efficace contro la crisi climatica. Secondo il Wwf, il governo continua a rinviare interventi urgenti, concentrando invece risorse su grandi opere infrastrutturali come il Ponte sullo Stretto di Messina, considerate inutili e costose rispetto alle priorità ambientali e di sicurezza del territorio.

Negli ultimi giorni, eventi estremi hanno interessato diverse regioni del Centro e Nord Italia – tra Toscana, Liguria, Veneto e Friuli-Venezia Giulia – causando frane, allagamenti e gravi danni materiali. In Friuli, una colata di fango ha travolto un’abitazione provocando feriti e dispersi, mentre a Brazzano di Cormons (Gorizia) il ristorante “L’Argine a Vencò” della chef Antonia Klugmann è stato danneggiato dall’acqua. L’associazione ambientalista ha espresso solidarietà alle comunità colpite, ricordando che questi fenomeni, un tempo eccezionali, si verificano più volte all’anno negli stessi territori.

Il Wwf sottolinea che la crisi climatica richiede una risposta basata su dati scientifici e informazione corretta, in linea con la Dichiarazione sull’integrità dell’informazione climatica firmata durante la COP30 da dieci Paesi, tra cui Francia, Germania e Svezia, con il sostegno di ONU e UNESCO. Il documento impegna gli Stati a contrastare la disinformazione ambientale e a proteggere la libertà della ricerca scientifica. L’Italia, però, non figura tra i firmatari, una scelta che secondo il Wwf rappresenta “un’ulteriore mancanza di impegno nella lotta alla crisi climatica”.

Sul fronte politico, la Commissione europea ha evidenziato nel maggio 2025 le carenze del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) italiano, ritenuto non allineato agli obiettivi europei. Allo stesso tempo, il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, approvato a fine 2023, non è ancora stato attuato, mentre nella legge di bilancio in discussione risultano ridotti i fondi per la prevenzione del dissesto idrogeologico.

Per l’associazione, la combinazione di ritardi normativi, tagli finanziari e scelte infrastrutturali controverse rischia di aggravare la vulnerabilità del Paese. Il Wwf invita l’esecutivo a rivedere le priorità, investendo su energie rinnovabili, riduzione delle emissioni di CO₂ e metano e messa in sicurezza del territorio, sottolineando che non agire ora significa ignorare un problema presente destinato a peggiorare nel futuro.

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