L’industria europea del riciclo della plastica sta attraversando il suo momento di maggior declino, con un fatturato in calo del 5,5%. Tutto questo mette a rischio l’economia circolare europea, la resilienza industriale e migliaia di posti di lavoro. L’allarme arriva dall’ultimo rapporto annuale di Plastic Recycling Europe, che mostra la più grande contrazione di capacità mai registrata fino ad oggi dal settore.
Con una capacità installata totale di 13,5 milioni di tonnellate nel 2024, il riciclo della plastica in Europa rimane ben al di sotto della crescita annuale del 6%, richiesta per raggiungere gli obiettivi del Regolamento imballaggi che entrerà in vigore nel 2026. Il settore sta affrontando una crescente pressione a causa degli alti costi di produzione ed energia, del calo della domanda e dell’aumento dei volumi di importazioni a basso prezzo. Le pellicole di poliolefina e il Pet sono i materiali più colpiti, ciascuno rappresenta il 25% delle chiusure totali nel 2023-2024.
I dati preliminari del 2025 rivelano un aumento del 50% delle chiusure degli impianti, con la conseguente perdita per l’Europa, in soli tre anni, di quasi un milione di tonnellate di capacità di riciclo. “Chiediamo alle istituzioni Ue e ai responsabili politici nazionali di agire con decisione e attuare misure di sostegno per preservare il settore e l’economia circolare comunitaria” ha detto Ton Emans, presidente di PRE.
Le azioni prioritarie, spiegano i riciclatori, includono l’istituzione di normative di mercato eque e applicate, l’attuazione di controlli più severi sulle importazioni, la riduzione dei costi energetici e l’armonizzazione dei requisiti di segnalazione tramite la certificazione di terze parti in tutta la regione2.











